Dai contratti a termine all’apprendistato, passando per la Garanzia Giovani, gli incentivi per l’occupazione e le prospettive di riforma dell’art. 18, per citare alcune delle azioni contenute nel piano di riforme del governo Renzi su lavoro, welfare, ammortizzatori sociali, pensioni e turnover. In due parole: Jobs Act. Nell’aria si respira incertezza, fermento misto a poca chiarezza, «una fase di effervescenza normativa dai contorni poco definiti, che richiede tempo» come l’ha definita Pietro Martello, presidente sez. lavoro Tribunale Milano che è intervenuto al convegno sul tema promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Catania e l’Agi (Avvocati giuslavoristi italiani), ospitato alla Baia Verde. «Spesso le riforme hanno fatto rimpiangere il passato – ha continuato Martello – ma ritengo che l’atteggiamento più giusto sia quello ottimista: per ora tutto ruota attorno a una legge delega, il Jobs Act, che è una cornice normativa molto esile, dalla quale non è possibile ricavare un orientamento chiaro. Non tocca al giudice partecipare al dibattito politico: la parola adesso passa al legislatore, per poi verificare l’efficacia e l’applicabilità delle riforma». Più che un incontro si è trattato di un vero dibattito, su una delle tematiche più calde e discusse che divide l’Italia, tra sostenitori e disfattisti, lasciando non poca confusione tra gli addetti ai lavori: «Manca la spinta propulsiva alla reale crescita – ha commentato Lorena Raspanti, presidente Commissione Lavoro Odcec Catania – rivolgendo al lavoro subordinato un’attenzione e una tutela maggiore rispetto al lavoro autonomo, disincentivandolo». A proposito di tipologie di impiego, Giovanna D’amico (consigliere dell’Ordine) ha fatto il punto sul riordino degli istituti contrattuali che attualmente «ammontano a 46 tipi di contratto, molti dei quali simili, ripetitivi se non doppioni – ha spiegato – l’orientamento della riforma è quello di semplificare, di garantire equità e stabilità soprattutto nelle norme che regolano i contratti».
A portare i saluti del presidente Odcec Catania Sebastiano Truglio – che in altre occasioni ha ribadito l’importanza di incontri formativi di questa portata, come il seminario internazionale ospitato a Villa Cerami, organizzato dall’Università, sul recesso dai rapporti di lavoro, anticipando una ricca programmazione sul tema lavoro entro fine anno – è stato il consigliere delegato Area Lavoro Marcello Murabito, che ha parlato della necessità di una «vera riforma, ormai irrinunciabile, che sappia conciliare le esigenze delle imprese con le aspettative dei lavoratori, con il supporto prezioso dei professionisti».
Alla prima sessione di lavoro – presieduta e coordinata da Pietro Morello – sono intervenuti Fabrizio Miani Canevari (già presidente titolare della sezione lavoro Cassazione) e Roberto Cosio (presidente Agi Sicilia e presidente Commissione Lavoro UAE) che ha affrontato il tema della dubbia conformità della nuova disciplina del contratto a termine con l’ordinamento europeo. La seconda parte, presieduta e coordinata da Salvatore Pagano (presidente sezione di Catania Centro Studi “Domenico Napoletano”) ha visto gli interventi di: Palma Balsamo (avvocato giuslavorista in Catania e vicepresidente Agi Sicilia); Giuseppe Caltabiano (avvocato giuslavorista in Catania e Componente esecutivo Agi Sicilia), Concetto Ferrarotto (avvocato giuslavorista in Catania), Enzo De Michele (avvocato giuslavorista in Foggia), Giovanna D’Amico (commercialista in Catania e Consigliere Odcec Catania), Matteo Sanfilippo (vicepresidente Commissione di studio Lavoro Odcec Catania), Giovanni Mottese (componente Commissione di studio Lavoro Odcec Catania). Le conclusioni sono state affidate a Francesco Andronico (avvocato giuslavorista in Catania).