Il prezzo del petrolio al barile (circa 159 litri) è sceso a 70 dollari dai 115 del luglio scorso. Non dobbiamo meravigliarci di questa altalena perchè, già nel luglio 2008, il prezzo era salito a 147 dollari per scendere nell’ultimo trimestre a 40 dollari. Non vogliamo qui esaminare le cause di questa altalena di prezzi ma capire quali sono i benefici e i rischi di questo andamento.
Certamente il consumatore finale ne trarrà beneficio per il calo del prezzo dei carburanti alla pompa, quando si verifica; allo stesso modo il sistema dei trasporti delle merci, basato essenzialmente sui pneumatici, dovrebbe, a cascata, avere effetti positivi sul costo finale dei prodotti. Altra utilità viene da una diminuzione delle fonti energetiche legate al petrolio, ad esempio il metano, ampiamente utilizzato per il riscaldamento. Qualche problema lo avranno le casse statali perchè, come è noto, i carburanti sono gravati da accise e tasse e si farà sentire la concorrenza dei prezzi sulle tecnologie più rispettose dell’ambiente. Inoltre, i risparmiatori che hanno investito in società energetiche potrebbero subire dei contraccolpi economici negativi. Rimane da spiegare come si possa passare, nel termine di alcune settimane, da valori cosi elevati ad altri bassi. Ma questo è un altro capitolo della storia.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc