Lavori pubblici. I problemi vengono posti…

Ormai è una sorta di nenia che si ripete: i cantieri aperti in città procedono come fossero tartarughe. Una nenia che trova condivisione e indignazione da parte delle autorita’, arrampicamento sugli specchi da parte delle imprese che hanno ricevuto l’”unzione” per rimettere a posto la citta’. Imprese, come quella per i lavori della tramvia, di stretta e conclamata osservanza e origine politica delle maggioranze di governo della città, che continua “a farsi i cavoli propri”, nonostante l’indignazione per i ritardi espressa dal Sindaco Dario Nardella. Ma la situazione dei ritardi e del blocco della città per i lavori che procedono a tartaruga, non riguarda solo la tramvia. In piazza San Marco, dove dicono che si sta procedendo ai lavori di una delle più dissestate piazze della città avendo colto l’occasione dei nuovi tubi che sta installando Toscana Energia, i cartelli dicono che i lavori sono dalle 00.00 alle 24.00, ma dal 10 novembre scorso (data in cui sono ufficialmente cominciati i lavori), di operai che lavorano se ne vedono pochini, a rilento e -ad oggi dopo 31 giorni- i lavori sono in corso (non ultimati, ma in corso) solo per un terzo del manto stradale di fronte alla meta’ del marciapiede lato Caffe’ San Marco. Se si chiede ai commercianti della zona (e non solo), la risposta e’ unanime: i lavori ci sono e non ci sono; e tutti si domandano perche’, come avviene in quasi tutte le importanti citta’ europee, non vengono fatti 24 ore su 24? Qualcuno, piu’ temerario, ha chiesto lumi all’assessore e, ovviamente, gli e’ stato risposto che i contratti, i sindacati, le feste, etc… non consentono… ed e’ sorta spontanea una domanda/osservazione tra noi che ci occupiamo dei diritti dei consumatori e i commercianti che si occupano del proprio lavoro (entrambi comunque cittadini interessanti al decoro e all’economia del proprio Comune): ma perche’ negli appalti non inseriscono clausole che chiedono ai partecipanti di lavorare 24 ore su 24? E’ altamente probabile che tutto restera’ com’e’, e queste nostre righe non smuoveranno niente… intanto ci leggiamo le cronache sulle “cupole” capitoline.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc