La crisi ha eroso la ricchezza delle famiglie italiane, che pur continua ad essere superiore a quella di tedeschi e americani. Secondo l’ultimo rapporto di Bankitalia, alla fine del 2013, la ricchezza netta dei nuclei familiari italiani ammontava a 8.728 miliardi di euro, pari a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia. Il 60 per cento del totale delle attività è stato costituito da quelle reali, il restante 40 per cento da quelle finanziarie; le passività, invece, sono ammontate a circa 900 miliardi, poco più del 9 per cento delle attività complessive. Rispetto al 2011, la ricchezza delle famiglie si è contratta, a prezzi correnti, dell’1,4 per cento (in termini reali la ricchezza netta si è ridotta dell’1,7 per cento).
Significa che sono andati in fumo ben 123 miliardi di euro. La dinamica è legata, soprattutto, alla flessione del valore delle attività reali (-3,5 per cento) e, in particolare, al crollo del prezzo delle abitazioni, in caduta del 5,1 per cento. Nello stesso periodo il valore delle attività finanziarie è cresciuto del 2,1 per cento, mentre le passività si sono ridotte dell’1,1 per cento.
Dalla fine del 2007, inoltre, l’erosione a prezzi costanti è stata pari all’8 per cento. Secondo le stime preliminari di Via Nazionale, infine, un ulteriore 1,2 per cento si sarebbe perso nel primo semestre di quest’anno.