Franco Rinaldi su proposta Governo Nazionale per alienazione alloggi edilizia residenziale

PREMESSO che:

• con Decreto legge 28 marzo 2014, n. 47 convertito dalla legge 23 maggio 2014, n. 80 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo, n. 47, recante misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015”, il Governo nazionale ha previsto all’art. 3 l’alienazione degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici anche territoriali, nonché degli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, anche in deroga alle disposizioni procedurali previste dalla legge 24 dicembre 1993, n. 560;

• in sintesi, il citato decreto prevede:
a) la predisposizione da parte degli enti proprietari, entro quattro mesi dalla sua pubblicazione sulla G.U., di specifici programmi di alienazione delle case popolari dando priorità ai condomini misti con proprietà pubblica inferiore al 50%, agli alloggi degradati e fatiscenti, o degli alloggi i cui oneri di manutenzione e ristrutturazione siano insostenibili per l’ente proprietario;
b) l’effettuazione della vendita mediante bandi ad asta pubblica, che partirà dal prezzo di mercato stabilito dall’O.M.I. e determinato da una perizia tecnica dell’ente gestore;
c) il diritto di prelazione, entro appena 45 giorni, agli assegnatari in regola con i requisiti di permanenza che potranno acquistare al prezzo stabilito dall’asta;
d) il trasferimento coercitivo in altri alloggi degli assegnatari che non possono acquistare gli alloggi in cui vivono pur essendo in regola con i requisiti e con i pagamenti;

CONSIDERATO che:

• nella nostra Regione il mercato dell’alloggio a canone sociale è assolutamente carente;

• secondo quanto previsto nel citato decreto le case popolari finiranno all’asta a prezzo di mercato, senza alcun meccanismo di agevolazioni (neanche per l’accensione del mutuo) per gli inquilini che pur vivendo a bassissimo reddito, hanno diritto a soli 45 giorni di prelazione;

• essendosi così stabilito, è più che prevedibile che nessun assegnatario, con i requisiti di basso reddito per la permanenza nelle case popolari potrà esercitare la prelazione al prezzo di aggiudicazione d’asta, con evidenti ripercussioni sulla già gravissima situazione di emergenza abitativa che vive la nostra Regione, tenuto conto che per coloro che resteranno fuori né gli Istituti Autonomi per le case popolari né i comuni sono, ad oggi, in grado di offrire alloggi alternativi a tutti gli assegnatari che non avranno comprato l’alloggio dove abitano;

RILEVATO che:

• a seguito delle numerose proteste sparse in tutto il territorio nazionale da parte dell’Unione Inquilini nonché delle prese di posizioni contrarie di alcuni comuni e regioni, scesi in campo contro la vendita all’asta delle case popolari, il decreto attuativo oggetto di intesa nella Conferenza Unificata del 16 ottobre 2014 è stato congelato dal Ministro alle Infrastrutture, per ulteriori approfondimenti;

RITENUTO che:

• l’edilizia pubblica nasce con la finalità propria di garantire un tetto ai cittadini che non hanno un reddito che gli consenta di trovarlo al prezzo di mercato;

• la forma ipotizzata nel c.d. decreto Lupi della vendita degli alloggi popolari con asta pubblica, con poche garanzie come la mobilità per coloro che non acquistano, sono elementi che generano comprensibile timore negli inquilini assegnatari che si ritrovano improvvisamente costretti a misurarsi con il problema di acquistare a prezzo di mercato l’alloggio dove hanno abitato per decenni o più;

RITENUTO inoltre che:

• il diritto alla casa come quello al lavoro esprimano bisogni primari e insostituibili che danno dignità alle persone e che il decreto legge in questione avvii, al contrario, un processo di cancellazione dell’edilizia residenziale pubblica contro il diritto alla casa che richiederebbe una politica di rilancio dell’edilizia pubblica;

• mettere all’asta uno dei beni indispensabili a una vita dignitosa per colmare le voragini dei bilanci pubblici sia una scelta ingiusta che fa scontare la crisi e le sue conseguenze alle fasce più deboli ed agli enti locali che non sono nelle condizioni di fronteggiare l’ulteriore emergenza abitativa che si verrebbe a creare nei confronti degli attuali assegnatari di alloggio popolare non in grado di provvedere all’acquisto dell’alloggio in cui abitano, a tutto vantaggio di privati facoltosi che potrebbero speculare acquistandoli per poi affittarli a prezzi proibitivi;

VISTO che:

• il decreto-legge a seguito delle numerose doglianze manifestate su tutto il territorio nazionale non solo dall’Unione Inquilini, ma anche da comuni e alcune regioni , prima di essere promulgato è stato “congelato” per ulteriori approfondimenti, e pertanto, il nuovo testo dovrà essere sottoposto a nuova Intesa in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni;

• la legge regionale 3 novembre 1994, n. 43 concernente “Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e per il riequilibrio finanziario degli Istituti autonomi per le case popolari (I.A.C.P.)” disciplina in materia recependo con modifiche ed integrazioni la legge nazionale 24 dicembre 1993, n. 560, recante “Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”;

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

• a porre in essere ogni iniziativa idonea e necessaria a tutelare gli assegnatari di alloggi di edilizia sociale che, per definizione, appartengono alle classi più deboli della nostra società, posto che il decreto legge 28 marzo 2014, n. 47, attualmente congelato dallo stesso Governo nazionale, per ulteriori approfondimenti, peggiora e precarizza la loro condizione non prevedendo alcuna forma di tutela e vanificando le normative sulla morosità incolpevole, con il conseguente rischio di alimentare gravemente la tensione sociale;

• ad utilizzare i 250 milioni di euro dei fondi ex-Gescal per rilanciare l’edilizia residenziale pubblica e per finanziare il recupero degli alloggi pubblici inagibili, degli edifici pubblici sfitti e di quelli abbandonati dai privati;

• ad avviare nuove politiche regionali di recupero degli immobili degradati ed una riforma dell’intervento pubblico nella politica sociale della casa che incrementi l’offerta di alloggi sociali attraverso il riuso del patrimonio pubblico in disuso o da dismettere;

• a prendere posizione netta e contraria alla vendita all’asta degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in sede di nuova Intesa nella Conferenza Unificata che avrà luogo sul testo del decreto legge modificato, e a difendere, in tutte le sedi Istituzionali le prerogative statutarie della nostra Regione in materia di edilizia residenziale pubblica.

RINALDI
ALLORO
RUGGIRELLO
VINCIULLO