La legge di stabilità appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, oltre a fare cassa, con una coazione a ripetere in cui non si intravede alcun cambiamento di verso e con norme di dubbia costituzionalità, con stipendi e pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari dipendenti, annuncia nuovi tagli destinati a rendere sempre più precario il funzionamento del SSN e a ridurre progressivamente il perimetro della tutela pubblica del diritto alla salute.
Questo il commento dell’Anaao Assomed alla legge di stabilità pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
per il personale al 2004, l’eliminazione del vincolo di utilizzo ai trasferimenti nazionali per la sanità, avvitano il sistema in una spirale recessiva che coinvolge diritti, investimenti, retribuzioni, condizioni di lavoro. Mentre la mancata definizione delle aree di contrattazione, con l’ennesima bocciatura di emendamenti non sostenuti dal Ministero della salute con la stessa determinazione mostrata nei confronti delle competenze infermieristiche, provvedimento ordinatorio passato attraverso le rigide maglie di una legge finanziaria, denuncia l’intenzione del Governo di negare ogni contrattazione nazionale senza limiti temporali.
Unico spiraglio di luce è la scadenza, per il personale contrattualizzato, delle disposizioni del DL 78/2010, che permetterà di utilizzare gli spazi disponibili a livello regionale e/o aziendale per dare risposte economiche e normative alla esigenze delle categorie. Dopo circa 2 anni hanno trovato credito le ragioni, portate dall’Anaao e dall’Intersindacale, a sostegno della possibilità di intervenire in tal senso senza oneri aggiuntivi per il bilancio pubblico, a differenza di altri settori del pubblico impiego.
Intanto, il default conclamato del sistema formativo, in mano ai TAR ed al controllo monopolistico dell’Università, è lasciato in attesa di un riordino delle scuole di specializzazione, previsto dalle leggi ma rinviato di mese in mese, e di una riforma che permetta a tutti i laureati in medicina di concludere l’iter formativo, specie se è requisito per l’accesso al lavoro. Ed un DPCM resuscitato fornisce risposte deboli e parziali ad un precariato di lungo corso, che rimane in balia delle Regioni e delle scadenze di fine anno.
L’anno che verrà apre una nuova fase di iniziativa sindacale che riparte dalla valorizzazione del lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari, architrave di un sistema in sofferenza il cui crollo travolgerebbe inevitabilmente anche la portata dell’obbligo derivante dall’articolo 32 della Costituzione. Decisivo sarà il ruolo e la forza dei sindacati, tra i quali l’Anaao Assomed è punto di riferimento imprescindibile, come testimoniato dall’esito più che soddisfacente della campagna di iscrizioni, per la difesa delle aspettative e dei legittimi interessi della categoria e del presente e del futuro di un sistema sanitario nazionale, universale, equo e solidale.