Gli studenti che non arrivano al diploma

di Claudio Andò

Il numero di alunni che lascia la scuola avendo solo conseguito la licenza media rimane altissimo: se l’Unione Europea chiede di portare al 10%, entro il 2020, il tasso di abbandono dei banchi, riferendosi a quei giovani fra i 18 e i 24 anni che si sono fermati al titolo di terza media, l’Italia rimane ferma al 17,6%. E alle superiori negli ultimi 15 anni il 31,9% degli studenti non hanno conseguito il diploma di maturità. Oggi la Fondazione Agnelli ha ricordato che “qualsiasi riflessione su come prevenire e contrastare la dispersione scolastica deve comunque partire da questo dato, che è la spia di un fenomeno in ogni caso estremamente grave e preoccupante per il nostro Paese e – nonostante i miglioramenti degli ultimi anni – resta 7 punti sopra l’obiettivo europeo del 10% e anche sopra l’obiettivo redeclinato per l’Italia al 15%”.

Sempre secondo la Fondazione Agnelli “la comprensione e la stima del fenomeno della dispersione scolastica in Italia non possono prescindere dalla considerazione degli esiti dei percorsi di formazione professionale regionale e questo è un punto decisamente problematico”. La stampa specializzata ha calcolato che se si considerano gli studenti che non lasciano i banchi “a tutti gli effetti, ma nemmeno poi raggiungono la maturità, poiché convogliati nei Cfp, il computo nazionale del 17,6%, già ben oltre la soglia indicata dall’Ue, andrebbe incrementato di altri 10 punti percentuali”. 

In alcuni Paesi dell’Est, come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia dove i livelli di vita non sono paragonabili all’Italia, i livelli di abbandono scolastico si attestano attorno al 5%. Sono numeri che parlano da soli e che indicano come la politica del ridurre il tempo scuola abbia portato solo risultati negativi, ora anche in termini di mantenimento dei nostri giovani sui banchi di scuola.

Anche perché nei territori più poveri a livello di tessuto sociale, di strutture e opportunità occupazionali, i giovani Neet diventano non di rado potenziali nuove leve al servizio della criminalità organizzata. Il sindacato rilancia quindi le azioni da intraprendere per fermare questa emorragia di giovani dalle scuole prima del conseguimento di un titolo di studio adeguato ad affrontare il mondo lavorativo.