“In Sicilia il business sui fondi europei è costato oltre 66 milioni di euro tra il 2003 ed il 2013, soldi di cui non c’è più traccia che sono andati ad arricchire enti mangiasoldi che hanno prodotto risultati pari a zero”. È la denuncia dell’europarlamentare M5S Ignazio Corrao, promotore questo fine settimana a Bagheria del primo appuntamento siciliano della serie di incontri denominati “Eventi Europei”. Una sala Borremas gremita a Palazzo Butera ha ospitato sindaci, amministratori locali, consiglieri comunali, cittadini ed imprenditori nel corso di un convegno dibattito che, grazie alla relazione di esperti in materia di fondi e misure comunitarie, ha offerto utili spunti in tema di intercettazione di fondi, programmazione e linee di finanziamento. Presenti, oltre il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, anche numerosi consiglieri comunali di Palermo, Bagheria, Termini Imerese, e altri comuni del comprensorio. “In Italia – ha spiegato Corrao – il peso delle frodi in agricoltura è il più alto d’Europa: secondo i dati della Corte dei Conti, le risorse frodate ammontano a circa 200 milioni di euro, e circa l’86% delle somme da recuperare interessano quattro Regioni del Sud (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania). Moltissime sono però le vicende che hanno come protagonisti soggetti il cui unico obiettivo è stato quello di lucrare fondi stanziati dall’unione Europea a sostegno dell’agricoltura. Per rendersi conto della gravità (e dell’originalità) delle frodi perpetrate, basti pensare che in Calabria nel 2012, si è arrivati persino a trasformare una squadra di calcio iscritta al campionato dilettantistico regionale, in impresa agricola. A monitorare il corretto utilizzo dei fondi ci sono enti come l’Agea, che avrebbero la funzione di controllo oltre che quella dell’erogazione dei Fondi in Sicilia e in quasi tutte le regioni del Sud. Peccato però che anche l’Agea sia stata a più riprese richiamata dalla Commissione Europea perché di fatto non ha mai recuperato le risorse né prestato particolare attenzione alle erogazioni. Nel 2013 l’Agea avvia un recupero di 180 milioni di euro derivanti da frodi avvenute nell’arco di un decennio, ma “scopre” che 109 milioni di questi sono assolutamente irrecuperabili. Di questi, 66 sono stati fatti sparire in Sicilia. Nel frattempo l’Agea tra il 2009 e il 2012, è costata circa 20 milioni di euro. Non va meglio per le società partecipate: Telaer, Coanan, Sin, Agecontrol. Solo di affitti il gruppo spende 6 milioni l’anno. Ha poco meno di 500 dipendenti e qualcuno si è divertito a fare il conto: ogni posto scrivania costa 12.500 euro l’anno ed i dirigenti della Sin hanno uno stipendio medio di 180 mila euro all’anno. Il problema di tali disastri è stato ed è di natura politica tanto a livello locale, quanto a livello europeo”. A relazionare su fondi europei nel settore rurale in Sicilia, sono stati gli esperti Diego Gandolfo e Tommaso Fontana. In tema di pesca, con criticità e prospettive di sviluppo ha relazionato il responsabile tecnico del GAC di Termini Imerese Giuseppe Sanfilippo. Per quanto riguarda la nostra attività in Parlamento Europeo e sul territorio – conclude Corrao – vogliamo stravolgere questo sistema e far si che gli imprenditori volenterosi e chi ha voglia di sbracciarsi, non debbano scontrarsi con la burocrazia e la mala gestio. Per tali ragioni, oltre a perseguire battaglie nelle sedi istituzionali, vogliamo fare quanti più incontri possibile per informare direttamente i cittadini”.