Vincenzo Donvito, presidente Aduc
In queste ultime settimane sono sempre più frequenti episodi in cui le forze dell’ordine vanno nelle scuole con cani anti-droga, chiamati o meno dalle singole autorità degli istituti superiori. La ricerca di droghe per uso personale o piccoli contesti di spaccio, qualche volta dà risultati positivi, ma spesso è un “buco nell’acqua”: studenti e scuole senza spinelli o incapacità delle forze dell’ordine? Crediamo piuttosto che sia capacità dei coinvolti a ben occultare il dovuto. Lo diciamo a ragion veduta, poichè stiamo parlando di un fenomeno -il consumo di spinelli tra i giovani/minorenni- che tutti i numeri più o meno ufficiali ci dicono non essere marginale; quindi, non essendoci un’ecatombe di “pizzicati” o una totale dèbacle delle forze dell’ordine, vuol dire che cio’ di cui siamo informati è solo la punta di un iceberg.
Abbiamo quindi appreso e documentato di genitori che ipotizzano test antidroga per gli studenti, di dirigenti scolastici che non sapendo che dire si consolano seguendo l’onda della repressione come rimedio, di amministratori locali impegnati in improbabili opere di dissuasione grazie a incontri in cui -assenti permanenti- gli studenti vengono considerati solo merce in mano a genitori, istituzioni e forze dell’ordine.
Noi di Aduc non abbiamo ricette specifiche per far fronte a questo fenomeno (e crediamo di essere meno ipocriti di chi dice o fa finta di averle), ma l’opera di informazione e documentazione che ci appassiona ci serve per fare delle riflessioni, inducendole anche negli altri coinvolti nel problema.
1 – Prima di tutto non ci stupiamo più di tanto che negli istituti superiori circolino clandestinamente spinelli; nella nostra società il consumo di marijuana è diffuso e in crescita, e sarebbe strano che questo non influisse anche negli ambienti scolastici. Una volta nelle scuole circolavano clandestinamente solo riviste pornografiche e sigarette. Poi il mondo e’ cambiato: la pornografia ognuno se la gode in Rete, le sigarette sono comunque accettate anche se espulse dagli spazi comuni -nonostante tutto oggi sono meno demonizzate che in passato, anche se è maggiore l’allerta sanitario che, comunque, e’ sempre in un ambito di un fenomeno legale-. Il posto delle sigarette è stato preso -anche se in dimensioni diverse- dagli spinelli, con tutto il codazzo di maggior gusto della trasgressione che circonda un fenomeno illegale.
2 – Quando lo studente viene cuccato con lo spinello, genitori o non-genitori, il dirigente scolastico sarà chiamato a prendere una decisione per chi è stato coinvolto: si va dalla semplice nota ad una sospensione, con il rischio di perdere l’anno scolastico. Domanda senza malizia: chi se la sente di far perdere l’anno scolastico a uno studente perchè ha fumato uno spinello? Cosa ne sarà di questa persona che ha subito questo provvedimento, come si rapporterà con la società, e siamo sicuri che si sentirà così in colpa che giustificherà il provvedimento che ha subito e non avrà invece una reazione di rifiuto verso l’autorità? Certo, lo spinello è una droga illegale e queste sono le logiche conseguenze per chi viola la legge… e quindi che si arrangi, in un mondo in cui mezza Europa e mezzi Usa e qualcun altro hanno leggi che disciplinano il consumo e la produzione senza sanzionare nessuno? Domanda -con malizia, questa volta: come gli spiegheremo a questa persona che c’è la comunità europea, c’è la globalizzazione, e che si tratta di fenomeni positivi per il nostro benessere?
Facciamo quindi tesoro di queste due riflessioni. Senza escludere nessuno, magari perchè non ha 18 anni. Come studenti, come genitori, come istitutori e come forze dell’ordine. E se facessimo arrivare alle orecchie del legislatore questo nostro tesoro, scartando quei legislatori che sono bravi solo a cavalcare la inutile repressione perche’ non capaci di altro, forse faremo bene a noi, ai nostri figli e alla nostra società.