Cresce sempre più velocemente la montagna del debito pubblico italiano: in tre anni dal 2011 al 2014 la media mensile della salita del debito statale è passata da 4,7 miliardi di euro a 8,2 pari a un incremento percentuale del 74,4%. Se nel corso del 2011 il buco nei conti dello Stato è cresciuto complessivamente di 56,4 miliardi, nei primi 11 mesi del 2014 il "rosso" si è incrementato di 90,3 miliardi; nel 2012 è invece salito di 82,3 miliardi e nel 2013 di 79,9 miliardi. Questi i dati più rilevanti di una analisi del Centro studi di Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia e del Tesoro, secondo cui il ritmo di crescita del debito pubblico italiano è sempre più veloce: se la media restasse invariata alla fine del 2015 l’ammontare del debito raggiungerebbe la vetta dei 2.266,7 miliardi.
Alla fine del 2010 il debito era a a quota 1.851,2 miliardi, nel 2011 era a 1.907,6 miliardi, nel 2012 a 1.989,9 miliardi, nel 2013 a 2.069,8 miliardi e a novembre 2014 era a 2.160,1 miliardi. Da novembre 2014 a dicembre 2015 (13 mesi), se la media non diminuisse, il debito crescerebbe di altri 106,6 miliardi arrivando a toccare i 2.266,7 miliardi.
"Negli anni peggiori della crisi il debito cresceva meno di oggi" commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, "e i nostri dati servono a ristabilire la verità proprio su quello che è accaduto durante la tempesta finanziaria internazionale. Di sicuro pare evidente che le politiche dettate dalla logica del rigore e dell’austerity sono state fallimentari. Continue manovre lacrime e sangue varate dai governi tecnici e di larghe intese con la dichiarata intenzione di salvaguardare le finanze pubbliche hanno prodotto un risultato drammatico: imprese e famiglie in ginocchio, debito alle stelle".