Al 31 dicembre del 2014 il debito delle amministrazioni pubbliche è risultato pari a 2.134,9 miliardi. A fine 2013 il debito era pari a 2.068,7 miliardi (127,8 per cento del Pil). L’aumento del debito nel 2014 (66,2 miliardi) è stato di poco superiore al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (65,8 miliardi). Lo rileva la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico ‘Finanza Pubblica, fabbisogno e debito’. Gli scarti e i premi di emissione hanno contenuto il debito per 8,7 miliardi, compensando quasi interamente l’incremento determinato dalla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 46,3) e dalle variazioni dei cambi (0,5 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è cresciuto di 75,6 miliardi, a 2.035,6, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 9,4 miliardi, a 99,2; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Il debito pubblico ha segnato un calo su base mensile di circa 26 miliardi. Sul fabbisogno ha inciso per 4,7 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro (13 miliardi nel 2013), spiega Via Nazionale. Complessivamente nel quinquennio 2010-14 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro è stato pari a 60,3 miliardi: sono stati concessi prestiti bilaterali alla Grecia per 10 miliardi nell’ambito del primo programma di aiuti; il contributo al capitale dello European Stability Mechanism (ESM) è stato pari a 14,3 miliardi (2,9 nel 2014); la quota di pertinenza dell’Italia degli aiuti erogati dallo European Financial Stability Facility (EFSF) è stata pari a 36 miliardi (1,8 nel 2014). Di questi ultimi, 27,2 miliardi sono stati concessi alla Grecia nell’ambito del secondo programma, 5,2 al Portogallo e 3,5