Valgono più di 52 miliardi di euro le liti pendenti davanti ai giudici tributari di primo e secondo grado, in base alle stime del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. L’arretrato a fine 2014 è di 570mila cause, in calo rispetto al 2013, grazie soprattutto alla mediazione e al contributo unificato, che hanno ridotto i nuovi ricorsi davanti alle commissioni provinciali. La durata media di una causa in primo e secondo grado è di quattro anni e tre mesi, che arrivano a otto contando anche il giudizio di legittimità in Cassazione. Dall’Iva all’Irpef, dai tributi locali all’Irap,le liti con il fisco valgono più di 52 miliardi di euro. Sulle scrivanie dei 3400 giudici tributari di primo e secondo grado -esclusa quindi la Cassazione – ci sono i fascicoli di 570mila controversie fiscali ancora in attesa di decisione. I dat i sono aggiornati al 31 dicembre scorso e sono contenuti nella relazione sullo stato della giustizia tributaria, che sarà presentata giovedì prossimo a Roma. Se la mole dell’arretrato resta notevole, va comunque rilevato un calo di 55mila liti pendenti rispetto al 31 dicembre 2013. Ma si tratta di un dato da maneggiare con cura. Di fatto, la diminuzione arriva tutta dalle commissioni tributarie provinciali e dipende più dal calo dei nuovi ricorsi arrivati nel 2014 (21mila in meno) che da un aumento di quelli decisi (mille in più). Si sentono, in particolare, gli effetti dell’introduzione del contributo unificato, cioè la tassa d’ingresso per la giustizia tributaria varata a luglio del 2011, e della mediazione obbligatoria, la procedura che impone di presentare prima del ricorso un’istanza di reclamo agli uffici delle Entrate per le liti fmo a 20mila euro di valore. Due novità normative che hanno consolidato un trend già visibile nel 2013. La situazione non migliora – anzi peggiora – se si guarda alle 21 commissioni tributarie regionali. Qui l’arretrato aumenta e si assiste a una doppia variazione negativa.
tratto da "Il Sole 24 Ore" di Dell’Oste e Parente