Sfoltire e tagliare la burocrazia dei contratti è la parola d’ordine del Jobs Act

Sfoltire e tagliare la burocrazia dei contratti è la parola d’ordine del Jobs act che dovrà trovare attuazione in uno dei decreti delegati attesi al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Le modalità di assunzione, si ripete da anni, sono tante, forse troppe. Tutele crescenti e «cocopro» L’ambizione è molto alta se si pensa che la delega punta addirittura alla scrittura di un testo unico semplificato delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro. Ma c’è anche il rischio di creare difficoltà applicative intervenendo su formule contrattuali che in tempi non troppo lontani hanno subìto modifiche. Senza contare poi che la formula-chiave, il contratto a tutele crescenti, deve ancora entrare in vigore (il decreto è atteso venerdì al Cdm per il varo definitivo): qui l’obiettivo – attraverso una razionalizzazione delle tutele in caso di licenziamento – è quello di rafforzare le opportunità di ingresso nel mercato del lavoro, con un maggior utilizzo del contratto a tempo indeterminato. E un ulteriore slancio per questa formula potrebbe arrivare anche dall’azzeramento triennale dei contributi introdotto dalla legge di Stabilità 2015. Un puzzle di non facile incastro, di cui si discuterà anche nell’incontro fissato in settimana dal ministro Giuliano Poletti con le parti sociali. Il restyling degli altri contratti dovrebbe partire con un intervento sulle collaborazioni coordinate e continuative per arrivare al loro definitivo superamento. L’obiettivo del Governo è realizzare un’operazione radicale per fare chiarezza tra autonomia e subordinazione. Sui collaboratori a progetto, in particolare, l’ipotesi è di partire con un periodo di transizione per arrivare a cancellare questo contratto entro il r gennaio 2016. Dovrebbero "sparire" anche le associazioni in partecipazione (già ridimensionate dalla riforma Fornero) e il job sharing (mai decollato e che interessa oggi qualche centinaio di lavoratori). Si punterebbe, invece, ad allargare ilraggio d’azione dei voucher per il lavoro accessorio, rendendone più agevole l’utilizzo con l’ipotesi anche di aumentare i massimali che attualmente sono di 5mila euro nell’anno solare e di 2mila per committente imprenditore o professionista «Interinale» più semplice Semplificazioni normative dovrebbero poi arrivare per la somministrazione e il part-time: da quanto si apprende, si tratta di piccoli aggiustamenti per facilitarne l’utilizzo. Lo staff leasing (somministrazione a tempo indeterminato), in particolare, dovrebbe diventare più appetibile, vista la possibilità di beneficiare degli incentivi contributivi.

tratto da "Il Sole 24 Ore" di Barbieri, Falasca e Rota Porta