“Dalla fine degli anni ’90 – sottolinea l’Ocse nel rapporto sull’Italia – il principale problema dell’Italia è la scarsa crescita economica. Il ristagno dell’economia ha lasciato l’Italia indietro in molti ambiti del benessere, in particolare l’istruzione e le competenze, l’occupazione, il reddito, e l’abitazione. In nessuna delle dimensioni degli indicatori ‘better life’ dell’organizzazione parigina, l’Italia si classifica tra i primi 7 Paesi”, sottolinea l’organizzazione parigina.
“Le riforme che il governo italiano intende fare nell’arco di due anni, in primis quella sul lavoro, ma anche quelle per rafforzare la crescita, se pienamente attuate potrebbero aumentare il pil del 6% in 10 anni” – afferma l’Ocse. “I nuovi contratti di lavoro, introdotti col Jobs Act, sostiene l’Ocse, beneficeranno sia il datore di lavoro che il dipendente poiché facilitano la creazione di posti di lavoro per i lavoratori con scarsa esperienza lavorativa, spianando allo stesso tempo la strada verso una situazione professionale più stabile” sottolinenando che la riforma riduce pure i costi reali dei licenziamenti, anche quando sono giudicati illegittimi dai tribunali, e incoraggia le imprese a creare più posti di lavoro. Secondo l’Ocse infine “lottare contro la corruzione e l’evasione fiscale e snellire il sistema giudiziario, “istituendo tribunali specializzati, ove necessario, e incentivando il ricorso alla mediazione”, nonchè “migliorando il monitoraggio dei risultati dei tribunali” sono alcune delle principali priorità su cui intervenire.