Banche. Il falco Draghi e il gufo Weidmann

E’ iniziato il Qe, cioè l’acquisto di titoli pubblici, sul mercato secondario, da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Il presidente della BCE, Mario Draghi, ritiene che questo abbasserà i tassi di interesse (l’Italia dovrebbe beneficiarne per circa 3 miliardi), diminuiranno i mutui e aumenteranno le esportazioni. Di traverso si mette il presidente della Banca Federale Tedesca (BUBA), Jens Weidmann, che dichiara l’ovvio: è troppo presto per valutare gli effetti del Qe e, ancora, "Il miglioramento dell’economia dimostra che il QE non era necessario" che contraddice la precedente affermazione. Ora, per fare i primi della classe bisognerebbe essere proprio i primi. La BUBA lo è? Abbiamo dei dubbi ad iniziare dall’incredibile salvataggio delle banche locali tedesche, lottizzate dai partiti, e il cui salvataggio è costato ben 290 miliardi. La Germania, inoltre, non rispetta gli accordi e le regole europee sul surplus commerciale che nel 2014, per loro, è stato del 7,5% mentre il limite è il 6%? Insomma, di maestrini, non ne abbiamo proprio bisogno. E neanche di gufi.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc