Istat: Balza a marzo la fiducia delle imprese, al top dal 2008

Balza a marzo la fiducia delle imprese toccando i massimi dal luglio del 2008. Secondo i dati Istat, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane, mostra un deciso miglioramento, salendo a 103,0 da 97,5 di febbraio. Il miglioramento del clima di fiducia coinvolge tutti i principali settori: manifattura (a 103,7 da 100,5), costruzioni (a 116,0 da 108,5), servizi di mercato (a 108,1 da 100,4) e commercio al dettaglio (a 103,0 da 101,0).Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -17), sia le attese di produzione (a 10 da 8); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 3 da 4.
Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione, sia – seppur lievemente – le attese sull’occupazione (a -36 da -45 e a -11 da -12 i saldi). Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 2 da -1 e a 4 da -1, i rispettivi saldi) e le attese sull’andamento dell’economia in generale (a 17 da 2). Nel commercio al dettaglio peggiorano i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da 1), mentre migliorano le attese sulle vendite future (a 28 da 19); in decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 7 da 10).

Fiducia, Confesercenti: “Attese di ripresa sempre più alte, lavorare perché aspettative non siano tradite. Fondamentale disinnescare la mina delle clausole di salvaguardia”

“Le attese di ripresa sono sempre più alte, sia tra gli imprenditori che tra le famiglie: secondo un sondaggio Confesercenti SWG condotto in occasione della Pasqua, il 44% degli italiani è convinto che la svolta sia finalmente in arrivo, sul piano economico, del lavoro e dei consumi. E questo ‘sentiment’ di speranza si è diffuso anche tra le imprese, nonostante la ripresa non si sia ancora concretizzata e si scorgano solo alcuni segnali.”

Così Confesercenti commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sulla fiducia di imprese e consumatori.

Adesso è fondamentale lavorare affinché queste aspettative non siano tradite, sostenendo la ripresa con la riduzione della pressione fiscale che grava su imprese e famiglie. C’è un impegno in particolare che va assolutamente mantenuto, soprattutto considerando che i consumi – anche quelli di Pasqua – stentano ancora: quello di disinnescare la mina della clausola di salvaguardia, che nel 2016 potrebbe portare ad un maxi-aumento IVA che allontanerebbe decisamente le speranze di ripresa del mercato interno e dei milioni di imprese che ad esso fanno riferimento”.