“Nel solo 2016 c’è da disinnescare una enorme mina: una clausola di salvaguardia da sedici miliardi di euro. Se si tramutassero in aumenti dell’Iva sarebbe un disastro”. Lo afferma alla stampa il viceministro dell’Economia Enrico Morando sulla prossima manovra. L’esponente del governo ragiona sull’ipotesi di 16 miliardi di tagli alla spesa: “Non sappiamo ancora quanto aumenterà il gettito Iva per via della ripresa, e dunque quanto sarà attenuato il peso della clausola. Ma una parte importante di quella cifra dovrà arrivare dalla revisione della spesa”. Sul fatto che nel governo c’è chi teme che tagliando la spesa si deprima la crescita, osserva: “Qualunque riduzione di spesa ha un effetto depressivo. Ma esistono esempi di successo: in Svezia, Canada, Australia. Si possono introdurre ad esempio obiettivi di medio termine: tagli veri da spalmare in sei, dieci anni”. Alla domanda su come senza tagli veri il governo troverà i fondi per confermare la decontribuzione nel 2016, Morando afferma: “Io non sarò soddisfatto finché non avremo azzerato il gap fiscale sul costo del lavoro con la Germania. In ogni caso la decontribuzione l’anno prossimo potrebbe essere più selettiva dell’attuale”.