L’agriturismo torna in auge per le vacanze pasquali ma attenzione alle fregature! I furbi, come al solito, non sono pochi e sotto le mentite spoglie di una struttura agrituristica si cela il semplice ristorante in campagna. Vediamo di capire. L’agriturismo è un’attività complementare rispetto a quella propriamente agricola, vale a dire che l’agricoltore integra le entrate derivanti dalla propria attività di conduzione del fondo (che deve essere preminente, a differenza di quella relativa al turismo rurale e all’ecoturismo che non prevedono tale obbligo) con l’offerta di vitto e/o alloggio. La ristorazione prevede la somministrazione di pasti e bevande ricavati prevalentemente dalle materie prime dell’azienda e della zona. Un’ottima iniziativa, prevista dalla normativa nazionale e da quelle attuative regionali, che ha lo scopo di valorizzare i prodotti locali e nel contempo fornire un’ulteriore fonte di reddito per l’agricoltore. Per questo, oltre ai tradizionali sostegni all’agricoltura, le aziende agrituristiche ricevono finanziamenti pubblici aggiuntivi e facilitazioni (deroghe urbanistiche e sanitarie, formazione, promozione, ecc.), destinati a sostenere questa benemerita attività. Insomma il consumatore nel momento in cui siede a tavola ha gia’ dato un contributo, con le proprie tasse, allo sviluppo dell’azienda agrituristica e vorrebbe tranquillamente gustare i “prodotti del contadino”. Succede a volte che le materie prime non siano… “prevalentemente ricavate” dall’attività del podere. Come distinguere dunque un agriturismo vero da uno fasullo? Qui di seguito alcune domande da fare prima di prenotare.
* chiedere l’estensione della azienda: un agriturismo non può avere, per esempio, un solo ettaro di terra per fornire i propri alimenti.
* chiedere quanti posti ci sono nel ristorante: un agriturismo non può avere 200 coperti!
* chiedere quali materie prime produce l’azienda: se c’è solo l’orto, di proprio al massimo possono fornire il rosmarino!
* chiedere se nelle vicinanze esistono impianti industriali, autostrade o grandi città: l’aria pulita dovrebbe essere una condizione essenziale da esigere.
* chiedere il prezzo: come già detto, un contributo con le nostre tasse l’abbiamo dato. Riteniamo equo un costo medio di 40 euro a persona a notte, compresa la prima colazione (con prodotti locali e non con i dolci industriali!).
* chiedere un depliant dell’azienda o visitarne il sito internet: sapere dove si va evita delusioni!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc