TAGLI ALLA SANITà: LE SOLITE RICETTE

Con una irresistibile coazione a ripetere e uno strabismo che, nel fare cassa, non vuole vedere altro, Governo e Regioni scaricano il peso della manovra economica sulla sanità mettendo nel mirino le solite voci. Così che, alla fine, non saranno i bilanci delle Regioni, e i loro sprechi, a essere tagliati, ma i diritti dei cittadini e degli operatori, come accade puntualmente ad ogni manovra, con la vecchia e la nuova politica, da molti anni. Altro che cambiare verso! E’ il commento di Costantino Troise, Segretario Nazionale Anaao Assomed alla manovra per la sanità su cui stanno lavorando Governo e Regioni e i cui contenuti sono stati riportati dalla stampa.

A parte l’attrazione, incomprensibile vista l’esperienza fallimentare del passato, verso una ridiscussione di contratti in essere per l’acquisizione di beni e servizi, nella manovra annunciata si rincorrono numeri che, senza un filo conduttore programmatico, hanno il solo scopo di fare il totale richiesto. Nella nota della spesa spicca il solito attacco al personale dipendente, sotto forma non già del sempiterno blocco del turnover, che ormai ha portato allo sfinimento interi servizi sanitari regionali, o di un blocco contrattuale che non fa più notizia, ma del taglio lineare delle strutture complesse e semplici, ovviamente ospedaliere giacchè i Governatori si guardano bene dal dispiacere Magnifici e Amplissimi, derivante dall’applicazione dei famigerati standard. Come Totò con la fontana di Trevi, le Regioni hanno venduto questo articolo non si sa più quante volte, finalizzando i mirabolanti risparmi ora al mitico territorio ora, più prosaicamente, a risanare i loro bilanci. Né poteva mancare in una manovra 2.0 il tocco di modernità della lotta alle prestazioni inappropriate, alias inutili, le quali, evidentemente, senza l’urgenza della cassa, avevano, hanno ed avrebbero continuato ad avere diritto di cittadinanza all’interno del sistema sanitario. L’elenco sarà stilato dai tuttologi delle Regioni, con prevedibili effetti non dissimili dalle grida manzoniane, non senza prevedere severe pene per i medici che oseranno trasgredire. E come poteva mancare l’accenno, per carità solo un annuncio, ai fantastiliardi di risparmi che verranno dalla lotta alla medicina difensiva che sarà condotta a colpi di intese stato- regioni e delibere regionali?

Questa è la ricetta che candidati governatori, scelti con nuovi o vecchi metodi, si preparano a somministrare ai cittadini, guardandosi bene dal chiedere il consenso per smantellare la sanità pubblica, visto che non vogliono toccare altri costi, evidentemente più generosi dal punto di vista del rendiconto elettorale.
Chissà se cittadini ed operatori si faranno commuovere dalle lacrime di coccodrillo. Noi no.