Prostituzione. Aprire le case chiuse? Ci sono già quelle diffuse. Legalizzare!

Riaprire le case chiuse, ovvero le case di tolleranza che la legge, proposta dalla deputata socialista Merlin nel 1958, abolì? Arriveremo alla casa chiusa "Pascha" di Colonia (Germania), dodici piani sfavillanti di luci al neon? Il problema è all’attenzione con il deposito di numerose proposte di legge, con il convegno sulla prostituzione tenutosi nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati e con la diffusione della prostituzione di strada che ha fatto scoppiare la protesta degli abitanti di interi quartieri cittadini. Esiste una realtà che viene sottovalutata: nell’era di Internet la prostituzione si offre in appositi siti nei quali le offerte convogliano presso abitazioni private. Una sorta di case chiuse diffuse (come gli alberghi di alcuni paesi) nelle quali sono presenti anche le cinesi. In Germania la prostituzione per strada è stata affrontata con l’istituzione di apposite zone dove stazionano le prostitute e arrivano i clienti. Rimane intatto il problema della prostituzione forzata, ovvero dei trafficanti e della costrizione attraverso rapimenti o promesse di lavoro. E’ questo il problema essenziale da affrontare. Regolamentare il settore, ovvero legalizzarlo è la soluzione, considerato che tale attività viene calcolata nel PIL. Purtroppo questo Parlamento dopo più di mezzo secolo non riesce a uscire dall’ambito del "dibattito" e delle numerose proposte di legge depositate. Le questioni spinose, si sa, è maglio non affrontarle soprattutto se esiste un Vaticano imperante.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc