Piatti tipici ed Expo. La deroga del porcetto sardo… W lo Stivale isole comprese

La peste suina (non nociva all’umano) che infetta i maiali della Sardegna è una costante che, da tantissimi anni, non viene mai risolta. Le aziende sarde del settore se ne lamentano, visto l’embargo per tutto ciò che dall’isola potrebbe uscire, per i danni da mancata esportazione e per la falcidazione degli animali, mentre la Comunità europea è arrivata anche a minacciare il commissariamento se non si trova una soluzione. Ora c’è l’Expo, e uno dei piatti tipici nazionali è il porcetto sardo, che fino a oggi era vietato… e sarebbe stato strano il contrario. Si è anche costituito un comitato per il traghettamento di questa specialità gastronomica, nonchè richieste parlamentari dei vari deputati interessati all’economia e alle tradizioni dell’isola. E cosa accade? E’ arrivata la deroga! I gruppi di pressione ce l’hanno fatta e il ministro della Salute ha dato il proprio benestare. I curiosi e i turisti del cantiere Expo, potranno stare tranquilli. Potranno gustare i maialini precotti. A parte la presunta bontà di un cibo precotto (opinione tutta personale dello scrivente), quello che ci preme evidenziare è il metodo utilizzato. LA DEROGA. La malattia che defalca i suini, per quei giorni e in quelle date non esisterà!! Affrontare il problema? Troppo facile. Soprattutto perchè andava fatta qualche anno fa, quando già si sapeva che c’era l’Expo… e non solo. E, come accade in modo diffuso nel nostro Stivale isole comprese, tutti hanno continuato a dimenticarsene o a fare e prendere iniziative di routine per dire che c’erano e facevano qualcosa,… e siamo arrivati alla vigilia, dove, oltre al divieto, ci può essere solo la deroga. Cosa succederà, ammesso e sperando che questa deroga non rechi i danni che da decenni si paventano impedendo l’esportazione dall’isola verso il continente? Siamo catastrofisti se diciamo che tutto tornerà come prima, e alcuni autorevoli sponsor della deroga continueranno a fregarsene? Aspettiamo, fiduciosi, di essere smentiti, ma ci rimane -senza possibilità di smentita- l’amaro e la tristezza per la politica delle deroghe, in cui c’è tutto il nostro Stivale isole comprese, la sua cultura, la sua politica, la sua economia, la sua tradizione… e il suo futuro…

Vincenzo Donvito, presidente Aduc