Secondo la ricognizione effettuata dall’Ufficio studi della CGIA al 28 febbraio scorso, il nostro Paese ha utilizzato 35,4 miliardi di euro dei 47,3 messi a disposizione dai Fondi strutturali. Pertanto, dobbiamo ancora utilizzare 12 miliardi di euro. La maggior parte di questi 47,3 miliardi di euro arriva dall’Europa e fanno parte della Programmazione 2007-2013. Inoltre, si segnala che l’incidenza dei finanziamenti utilizzati fino ad ora sul totale dei contributi assegnati, che include anche il cofinanziamento nazionale, ha raggiunto il 74,8 per cento.
“Per non perdere 12 miliardi di fondi europei e nazionali – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – dovremo spenderli e rendicontarli entro la fine del 2015, scadenza che difficilmente l’Ue prorogherà. Alla luce del fatto che nel 2013 abbiamo rendicontato 5,7 miliardi e nel 2014 attorno ai 7,5, appare difficile che nei pochi mesi che rimangono alla fine di quest’anno riusciremo a spendere e a contabilizzare tutta questa dozzina di miliardi”.
L’elaborazione della CGIA, comunque, è proseguita analizzando il contributo finanziario netto allo sviluppo di tutti i Paesi dell’Ue. Nel periodo 2007-2013, l’Italia, ad esempio, ha versato a Bruxelles 109,7 miliardi di euro e ne ha ricevuti, attraverso i programmi comunitari, 71,8.
“Nel rapporto dare/avere con l’Ue – conclude Bortolussi – in questo settennato abbiamo registrato un saldo negativo di 37,8 miliardi di euro. Dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia, siamo il quarto contribuente netto a garantire l’azione dell’Unione. Se, invece, prendiamo come parametro di riferimento il dato pro-capite, sono i Paesi nordici a guidare la graduatoria, mentre l’Italia scivola all’undicesimo posto, con uno sforzo economico per residente pari a soli 623 euro”.
Analizzando la differenza assoluta tra le risorse versate all’Unione e quelle accreditate a ciascun Stato dell’Ue tra il 2007 e il 2013, il maggior contributore è la Germania, con 83,5 miliardi di euro. Seguono il Regno Unito, con 48,8 miliardi, la Francia, con 46,5 miliardi e l’Italia con 37,8. Se, invece, prendiamo come termine di raffronto il dato pro-capite, il maggior sostenitore dell’Ue è il Belgio, con 1.714 euro. Immediatamente dopo scorgiamo i Paesi Bassi (1.569 euro), la Danimarca (1.346 euro), la Svezia (1.195 euro), la Germania (1.034 euro), il Lussemburgo (997 euro), il Regno Unito (759 euro), la Francia (707 euro), la Finlandia (689 euro), l’Austria (674 euro), l’Italia (623 euro) e Cipro (197 euro). Tutti gli altri 17 Paesi, invece, sono percettori netti, ovverosia hanno ottenuto più di quanto hanno versato a Bruxelles. Uno spagnolo, ad esempio, ha ricevuto 355 euro, un polacco 1.522 euro, un portoghese 2.100 euro e un greco 2.960 euro.