Gli habitat protetti a livello europeo, e i servizi ecosistemici che forniscono, sono a rischio e c’è un vero e proprio allarme natura in corso ricorda il WWF in occasione del convegno nazionale di oggi in EXPO 2015 dal titolo ‘Biodiversità: il capitale naturale, la base per una nuova economia’ organizzato con Federparchi, Ministero dell’Ambiente al Biodiversity park.
La Commissione europea sta infatti rivedendo le Direttive Habitat e Uccelli che tutelano 1.000 specie e gli habitat che coprono il 18% del territorio. Per questo oltre 100 associazioni in tutta Europa, WWF compreso, chiamano i cittadini ad aderire all’azione Nature Alert #AllarmeNatura su http://www.wwf.it/keepnaturealive.cfm, dove è possibile firmare la petizione entro il 24 luglio.
Almeno il 60% di animali e piante di rilevanza europea ed il 77% dei loro habitat sono a rischio. Le istituzioni europee vogliono rivedere le Direttive “Habitat” e “Uccelli” introducendo deroghe e scappatoie. Quello di cui la biodiversità europea oggi ha bisogno è una piena applicazione di queste norme in tutti i Paesi, a cominciare dall’Italia, non certo una riscrittura del corpo delle regole tuttora del tutto preziose e valide denuncia il WWF.
Le norme europee sulla Natura, infatti, sono una barriera alla perdita della biodiversità: il 60% degli animali e delle piante europee e il 77% degli habitat sono ancora oggi in pericolo.
Cibo, acqua, materie prime, materiali da costruzione, risorse genetiche, ma anche funzioni e processi degli ecosistemi come assorbimento degli inquinanti, protezione dall’erosione e dalle inondazioni, regolazione dello scorrimento superficiale delle acque e della siccità, mantenimento della qualità delle acque, controllo delle malattie, formazione e rigenerazione dei suoli costituiscono i servizi ecosistemici che ci vengono garantiti dalla natura, in particolare quella protetta con la Rete Natura 2000 grazie alle direttive europee. Disporre di una buona dotazione di servizi ecosistemici significa avere una maggior ricchezza pro capite in termini di “capitale naturale”, ma anche una minore vulnerabilità, una maggiore salute e resilienza dei sistemi naturali e dei territori.