Malasanità a Roma: Confconsumatori è parte civile

La Sezione VIII Penale del Tribunale di Roma ha ammesso in qualità di parte civile Confconsumatori Lazio nel procedimento penale pendente a carico del Primario e di due Dirigenti Medici del Reparto "III Chirurgia Generale" del Complesso Ospedaliero "San Giovanni – Addolorata" di Roma, imputati per concorso in omicidio colposo in danno della paziente Iolanda Perenzin, deceduta il 23 luglio 2009.

Le indagini svolte e la conseguente vicenda processuale sono relative al decesso della Perezin a seguito di un intervento chirurgico con diagnosi di diverticolite. La donna era stata dimessa nonostante le cattive condizioni generali e nonostante la TAC avesse evidenziato criticità, quindi in totale assenza delle dovute, necessarie ed opportune cautele. Dopo le dimissioni “frettolose”, le condizioni cliniche della paziente erano peggiorate sensibilmente, tanto da determinare un nuovo ricovero presso il medesimo Ospedale. Qui era stata nuovamente sottoposta ad intervento chirurgico a seguito del quale era stata trasferita nel reparto di terapia intensiva. Infine, nonostante una terza operazione chirurgica, era sopraggiunto il decesso.

«Seppure con le dovute cautele per un processo ancora in corso – afferma l’avvocato Barbara d’Agostino, presidente di Confconsumatori Lazio – la vicenda, nella quale, a quanto consta, sono coinvolti medici e personale dell’Ospedale San Giovanni di Roma, rappresenta il drammatico degrado che si annida in un sistema che, più degli altri, ne dovrebbe essere immune, quale quello sanitario, preposto alla tutela della salute, diritto costituzionalmente garantito. L’assenza di attenzione e di professionalità è un danno non solo ai pazienti coinvolti ma a tutta la comunità civile, rappresentata dalle associazioni dei consumatori e, nel caso specifico, da Confconsumatori Lazio, oggi legittimata».

Particolarmente importante quindi è la conferma da parte del Tribunale Penale di Roma della legittimazione di Confconsumatori Federazione Regionale Lazio a rappresentare interessi diffusi in un processo penale. I legali Chiara de Bellis ed Eleonora Centonze, incaricate per la costituzione di parte civile, dichiarano: «Si tratta di un primo importante riconoscimento del ruolo di Confconsumatori Lazio quale associazione che agisce a tutela dell’interesse generale e comune di un’intera categoria di utenti, i pazienti, e dei loro familiari ».

La decisione del Tribunale di Roma si pone in continuità con quanto già affermato dalla Suprema Corte di Cassazione in particolare con la sentenza n. 35104 del 22 giugno 2013 relativa al caso della Clinica Santa Rita. In quel caso la Suprema Corte, nel legittimare Confconsumatori, aveva sancito che le condotte criminose avevano leso gli scopi primari e le specifiche finalità dell’ente senza scopo di lucro determinando conseguenze dannose anche all’associazione che ha istituzionalmente assunto tra le sue finalità statutarie la “tutela della salute delle persone e rispetto dei diritti del malato e della sua famiglia, anche nei rapporti con le strutture sanitarie pubbliche e private”.