OPERAZIONE GOLDENBANK

Un’associazione per delinquere transnazionale, speculando sul momento di crisi economica, ha truffato centinaia di imprese italiane ed estere, ma è stata definitivamente smantellata dai Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino. Le Fiamme Gialle, in collaborazione con la polizia ungherese hanno eseguito due mandati di arresto europei emessi dal Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di 2 soggetti residenti a Budapest, in quanto appartenenti alla consorteria criminosa riconducibile alla società ungherese UVB BANCO ZRT. Salgono, quindi, a 9 le persone complessivamente arrestate dalla Guardia di Finanza in Italia, Ungheria e Svizzera, anche attraverso la collaborazione di Interpol, nell’ambito dell’indagine internazionale denominata “GoldenBank” in corso da circa un anno. L’esteso sodalizio, composto da una ventina di persone e diretto da un faccendiere romano, era riuscito a creare una vera e propria “banca” (da qui la denominazione dell’operazione) con sede nella capitale magiara e con uffici situati a Jakarta, Singapore e in Malesia, finalizzata ad intrappolare nella propria rete imprenditori italiani ed esteri in cerca di linee di finanziamento per i propri progetti d’impresa. Le numerose vittime venivano spesso presentate ai membri dell’organizzazione da affermati professionisti ed intermediari in contatto con quest’ultima (in alcuni casi, a seguito della mancata concessione di sovvenzioni da parte degli istituti di credito). Le truffe finanziarie in questione erano ben congegnate: tutti gli imprenditori interessati dovevano recarsi in lussuosi uffici, situati nel centro storico di Budapest, per firmare i contratti. Come emerso dagli atti d’indagine, la sfarzosità dei locali rendeva il tutto assolutamente credibile: due piani di uffici arredati in maniera elegante e ornati con quadri, tappeti, teche per i sigari, monitor alle pareti, foto con personaggi celebri e suppellettili di pregio. In molti casi, a rendere ancora più plausibile la frode, a fronte delle elevate commissioni richieste (c.d. equity), i malcapitati ricevevano in controgaranzia titoli azionari della società canadese QUESTUS GLOBAL CAPITAL MARKET Ltd, che, a seguito delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, sono risultati non commerciabili e, pertanto, privi di reale valore di mercato. I clienti di UVB BANCO ZRT, nonostante il versamento anticipato delle commissioni richieste (spesso ben oltre i 100.000 euro), si vedevano continuamente procrastinare l’erogazione del prestito, ricevendo varie quanto improbabili giustificazioni. In realtà, tra i casi sino ad oggi ricostruiti (circa un centinaio, a fronte di promesse di finanziamento per oltre 300 milioni di euro), nessuna somma è stata mai erogata e gli anticipi, salvo casi eccezionali di parziale restituzione, non sono stati mai resi. A finire nel mirino delle Fiamme Gialle è stato anche il patrimonio illecitamente accumulato dai singoli componenti dell’associazione. Dall’inizio dell’operazione, i militari del Nucleo PT Torino hanno sottoposto a sequestro, oltre ai due siti Internet della società, 26 immobili, 16 terreni, conti correnti, 3 orologi d’oro massiccio (Rolex, Buti e Cartier) e 6 autovetture di lusso, tra cui una Ferrari 599, una Range Rover Sport, una Mercedes ML e un’Audi Q5. Dinanzi al Tribunale di Torino è attualmente in corso il giudizio abbreviato nei confronti dei promotori del sodalizio criminale, durante il quale gli imputati presenti in aula, nel corso dell’udienza del 10 giugno scorso, hanno confessato i fatti chiedendo il patteggiamento della pena. Il solido impianto probatorio acquisito nel corso delle investigazioni ha consentito alla locale Procura della Repubblica di richiedere la confisca dei beni sequestrati, sino a concorrenza della somma di € 4.700.000, equivalente ai proventi illeciti accertati.