La terra degli espedienti. Non c’è un modo diverso per definire la scelta di aprire ad Enna il corso di Laurea in Medicina, in collaborazione tra la fondazione "Proserpina" e l’Università rumena "Dunarea de Jos". Di fatti non è un caso se il mese prossimo migliaia di studenti saranno in fila per i test d’ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia nelle altre tre città universitarie siciliane, mentre ad Enna basterà una semplice compilazione on-line per intraprendere un corso di studi così tanto richiesto nel resto d’Italia. Il corso di laurea ennese-rumeno aprirà a sessanta studenti per il primo anno, con l’obiettivo di allargarsi negli anni a seguire. L’Unione degli Universitari che da anni lotta al fianco degli studenti di Palermo, Catania e Messina per ribadire il libero accesso come diritto di ogni studente non può accettare una provocazione simile. Ci chiediamo come sia possibile che, a distanza di così pochi chilometri, nello stesso territorio possa avvenire una simile discriminazione: chi potrà pagare un’università privata avrà accesso agli studi in Medicina mentre tutti gli altri resteranno vincolati dalla legge che regolamenta l’accesso a tale facoltà. Il diritto agli studi non può in alcun modo essere vincolato dal potere finanziario degli aspiranti studenti. Un "plauso" va certamente fatto alla coerenza degli uomini di Governo, dopo la presa di posizione in favore del "numero chiuso" da parte dell’On. Faraone – Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione- decidono poi di presenziare all’apertura di questa nuova facoltà con il nuovo assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi. Provino a chiarirsi le idee e chiarirle a tutti noi! Ci preme mettere in guardia gli studenti da quelle che saranno le possibilità reali di questo corso di studi, negli anni è sempre risultato molto difficile fare il passaggio da un corso di studi estero (perché di questo si tratta) ad uno italiano, convalidare le materie e principalmente fare in modo che il proprio titolo di studi sia poi spendibile in territorio italiano.
La nostra non è una crociata contro un’università ma in favore di un diritto, l’unica soluzione che pensiamo possa mettere sullo stesso livello ogni studente è quella dell’abolizione del numero chiuso anche negli atenei pubblici, altrimenti staremo giustificando una vicenda che ha tanto il sapore della solita "trovata all’italiana".