L’Avvocatura di Stato ha impugnato la sentenza con cui il Tar Lazio – a maggio scorso – ha annullato l’interdittiva antimafia emessa nei confronti di Francesco Corallo, ma ha confermato il commissariamento di Bplus. Secondo il giudice amministrativo infatti né dagli accertamenti effettuati dalla Prefettura di Roma, né dall’indagine per il finanziamento ottenuto dalla Banca Popolare di Milano era emersi elementi tali da far presumere che Francesco Corallo avesse rapporti con associazioni malavitose. Tuttavia, il commissariamento – disposto sempre dal Prefetto di Roma nell’agosto 2014 – era basato su presupposti differenti, ovvero sul fatto che "la società dal 29 maggio 2014 ha uniteralmente interrotto le operazioni concordate con l’Amministrazione dell’Interno, non permettendo l’esercizio delle funzioni di controllo previste dal protocollo di legalità”. Secondo quanto apprende Agimeg da fonti vicine alla compagnia, l’Avvocatura di Stato con l’appello intende far rivivere l’interdittiva antimafia. Al momento tuttavia non è stata fissata udienza e non risultano chiesti provvedimenti cautelari. "Non è da escludere che il ricorso sia stato presentato per non far scadere i termini" rinviando insomma a un secondo tempo le valutazioni sull’interesse all’azione. La compagnia, invece, finora non ha presentato appello per far cadere anche il commissariamento.