Per il personale della Scuola, la mobilità intercompartimentale sta assumendo il sapore della beffa: perché in base alle norme introdotte dal Governo Renzi, tutti i docenti in procinto di essere trasferiti in altro ministero o ente pubblico verranno inquadrati come se fossero impiegati neo-assunti. E dovranno rinunciare a tutti gli scatti di carriera. Mentre lo stesso trattamento non varrà per il personale in esubero, come il personale perdente posto delle province, che infatti se collocati nei ruoli del Miur, come si paventa al posto del personale Ata, manterranno il livello stipendiale di provenienza, contemplando anche un assegno ‘ad personam’ maggiorativo qualora la busta paga di provenienza sia di entità maggiore.
La clamorosa iniquità, emersa in queste ore attraverso un’approfondimento della stampa specialistica nazionale, prevede che il personale delle scuola coinvolto nel passaggio ad un altro comparto statale sarà palesemente danneggiato: in base all’articolo 3 del decreto del presidente del consiglio dei ministri del 26 giugno 2015, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, i docenti laureati delle secondarie saranno inquadrati nel ruolo dei funzionari (area C) e gli insegnanti di scuola dell’infanzia e della primaria nel ruolo degli impiegati di concetto (area B). Con la perdita in busta paga che in media, per un docente a metà carriera, sarà attorno ai 500 euro netti. E lo stesso trattamento verrà riservato al personale scolastico soprannumerario, costretto al trasferimento: “nonostante la condizione di esubero – scrive Italia Oggi – la mobilità viene considerata volontaria”.
“L’assurdità di questa norma – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – è che ad essere penalizzati saranno anche i docenti ed il personale Ata senza più titolarità. È una palese contraddizione, che non rispetta il buon senso. E nemmeno le indicazioni europee sulla materia, a partire dalla Direttiva 2005/36/CE del Parlamento e del Consiglio europeo del 7 settembre 2005 relativa al mantenimento delle qualifiche professionali. E, in caso di trasferimento coatto, anche dello stipendio di provenienza. Pertanto – conclude Pacifico – se il personale della scuola dovesse subire questo trattamento iniquo, sarà tutelato certamente dall’Anief perché sottoposto ad una penalizzazione chiaramente illegittima”.