L’ictus è una patologia che colpisce generalmente gli adulti e gli anziani, ma si registrano casi anche tra i bambini, causando, spesso, conseguenze molto gravi. L’ictus infantile, tra Europa e Stati Uniti, colpisce da 2 a 13 bambini ogni 100mila l’anno, con una incidenza dell’1,8%.
La scorsa settimana (esattamente il 13novembre), presso il Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’Ospedale San Camillo – Forlanini di Roma, è stato effettuato un intervento di trombolisi endovenosa in un bambino di etnia cinese di 12 anni, arrivato al Pronto Soccorso Pediatrico per insorgenza acuta di emiplegia facio-brachio-crurale destra.
I medici della Stroke Unit hanno preventivamente eseguito uno studio con risonanza magnetica per documentare l’ischemia acuta. La trombolisi è stata eseguita prima dello scadere delle 4 ore e mezza, con dosaggio ridotto, in quanto si è fatto riferimento alle Linee Guida Cinesi per l’aumentato rischio emorragico di quella popolazione.
Il difficile consenso informato è stato ottenuto dai genitori presenti, con molte difficoltà per la barriera linguistica.
Nei giorni successivi si è assistito alla completa regressione del deficit motorio ed il bambino ha ripreso già in terza giornata a camminare e a scrivere senza difficoltà. Si è trattato di un caso eccezionale, in quanto la terapia trombolitica è stata riportata in letteratura scientifica solo in pochissimi casi (2 al di sotto dei 12 anni) ed al momento non è prevista dalle Linee Guida di tutte le Società Scientifiche.
Oltre alla eccezionalità dell’evento, il messaggio centrale che A.L.I.Ce. Onlus Lazio ribadisce è la necessità di garantire parità di accesso alle cure appropriate a tutti i cittadini. Purtroppo, nel nostro Paese, un paziente, dal momento in cui viene colpito da un ictus fino alla riabilitazione, deve sperare di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Considerando che la terapia trombolitica può essere praticata soltanto da personale esperto e durante una finestra terapeutica di 4,5 ore, è necessario essere assistiti in un Ospedale all’interno del quale ci sia un reparto dedicato. E’ di fondamentale importanza, quindi, non solo saper riconoscere immediatamente i segnali della malattia per poi chiamare il 118, ma anche essere indirizzati negli Ospedali in cui sia presente una Stroke Unit (Unità Emergenza Ictus). Purtroppo, solo in pochissime regioni è attivo il cosiddetto Codice Ictus, uno specifico protocollo di emergenza che prevede il trasferimento del paziente con ictus presso la Stroke Unit più vicina, evitando il Pronto Soccorso di strutture che ne sono sprovviste. Ancora peggiore è invece la situazione in quelle Regioni in cui le Stroke Unit non sono neanche presenti e i pazienti ricevono cure assolutamente non adeguate con gravi conseguenze.
A.L.I.Ce. Italia-Onlus è una Federazione di 20 Associazioni regionali di volontariato che ha tra i propri obiettivi statutari: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia; facilitare l’informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.
A.L.I.Ce. Italia Onlus è, inoltre, membro della World Stroke Organization (WSO) e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazione che riunisce 20 Associazioni di pazienti colpiti da ictus di 17 Paesi europei e che ha diffuso le linee guida per la prevenzione e una migliore cura dell’ictus in un documento rivolto al Parlamento europeo e a tutti i governi dell’Unione.