Sembra che solo il 6% dei contribuenti abbia finora utilizzato senza modifiche il modulo 730 precompilato che l’Agenzia delle entrate aveva inviato loro a casa nel primo anno di sperimentazione. Sono informazioni che circolano tra gli addetti ai lavori e raccolti da un importante quotidiano finanziario. Cioè, il 94% dei moduli inviati non sono praticamente serviti a nulla o, al massimo, come base su cui inserire i dati coretti. Aggiunta delle spese mediche e altri oneri non inseriti, dati non coretti inseriti dall’Agenzia… i contribuenti si sono dovuti rivolgere ai loro abituali canali privati (Caf, commercialista, etc.) per onorare il proprio impegno nei confronti del Fisco. In numeri assoluti: 19,5 milioni di moduli inviati, 7 milioni hanno optato per la carta, 1.400.000 hanno fatto da soli, il resto si è affidato a un intermediario. L’Agenzia delle Entrate, in una audizione alla commissione finanze del Senato nel 2014, aveva stimato una percentuale del 70% di moduli precompilati revisionati. Quindi dal 70 siamo passati al 94 per cento. Una débacle? E’ probabile. La differenza di 24 punti percentuali, tra previsione e realtà, non è una quisquiglia. Per esprimere un giudizio piu’ tagliente, essendo clementi e generosi, crediamo sia più opportuno aspettare i dati del prossimo turno, e capire dalle percentuali di miglioramento o peggioramento (o troppo lieve miglioramento) se il nostro motivato pregiudizio negativo rispetto alla capacita’ razionali e innovative della macchina fiscale italiana dovrà continuare ad essere alimentato. Del resto, in Danimarca ci sono voluti 20 anni per arrivare al 99% degli invii diretti. Anche se tra il 6 e il 99 c’è il 93…..
Vincenzo Donvito, presidente Aduc