Banca Etruria & CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

“In questo momento dobbiamo seguire con attenzione i passaggi previsti nel piano – dichiara il Presidente degli industriali Andrea Fabianelli. Quel che è certo è che la Nuova Banca Etruria sarà un’altra Banca. La tutela dei correntisti – imprese e famiglie – è importante; purtroppo il pensiero va ai moltissimi nostri concittadini e colleghi imprenditori che, in qualità di azionisti o detentori di obbligazioni subordinate, subiranno in pieno gli effetti del rischio d’impresa. Siamo in un contesto per molti versi del tutto inedito: a breve l’istituto sarà rimesso sul mercato dal nuovo Presidente Roberto Nicastro, affiancato dall’Amministratore Delegato Roberto Bertola, ai quali auguro buon lavoro”. Come chiarisce bene il Comunicato stampa di Banca d’Italia, a Roberto Nicastro è affidato il compito di vendere la Nuova Banca Etruria “in tempi brevi al miglior offerente, con procedure trasparenti di mercato” per poi retrocedere al Fondo di Risoluzione – che ha messo a disposizione il nuovo capitale – i ricavi della vendita.
“Parliamo quindi della cessione dell’intera nuova banca e non di parti diverse della stessa a soggetti diversi. Nuova Banca Etruria riparte con 6,7 miliardi di Euro di depositi, conti correnti e obbligazioni e 6,1 miliardi di prestiti, investimenti ed altre attività non in sofferenza. La Cassa ammonta a settecento milioni di Euro, il capitale detenuto dal Fondo di Risoluzione a quattrocento. Stiamo parlando quindi di una banca importante. Spero che il territorio – in primis la componente imprenditoriale – si metta in condizioni di partecipare in modo attivo alla nuova Banca. Nel frattempo i Commissari sono intervenuti sulla necessaria ristrutturazione e riteniamo che la Banca sia dotata di competenze e capacità adeguate. E’ importante che tutto il patrimonio di competenze tecniche e conoscenze del sistema produttivo – in particolare nel campo orafo – non vadano perdute o non vengano trasferite altrove. La Banca – conclude Fabianelli – dovrà tenere qui le sue radici e, per quanto possibile, un’ampia autonomia gestionale e operativa, mantenendo il ruolo di Banca del territorio”.