L’obbligo di accettazione di pagamenti via bancomat e carte di credito è un intervento ‘pesante’: anche tagliando le commissioni sotto i cinque euro, i costi di installazione e di utilizzo di un nuovo POS costituiscono un aggravio per le imprese quantificabile in circa 1.700 euro l’anno. Per il commercio ed il turismo sarebbe una batosta: nel settore ci sono circa 900mila imprese che ancora non si sono dotate di terminali per bancomat e carte, e l’obbligo comporterà una spesa complessiva di 1,5 miliardi l’anno. Se l’obiettivo è aumentare la tracciabilità, è meglio puntare sull’invio telematico dei corrispettivi. Anche perché 7 italiani su 10 non cambieranno abitudini di pagamento e nel nostro Paese ci sono milioni di persone senza conto corrente, carte di credito o bancomat.
Così Confesercenti sull’emendamento che introduce l’obbligo di accettare carte di pagamento anche per importi di piccola entità.
Come configurato attualmente, l’obbligo diventerà per le imprese una ‘tassa’ superiore per esborso alla Tari. Il rischio è di mettere in difficoltà le imprese del commercio, soprattutto quelle più piccole e caratterizzate da margini molto stretti – come i distributori carburanti – proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa della spesa delle famiglie. Nel 2011 con la legge 183 si era previsto di tagliare le commissioni per i distributori carburanti nelle transazioni sotto i 100 euro. Normativa disattesa dalle banche, per le quali non furono previste sanzioni.
Se si vuole favorire la moneta elettronica – obiettivo condiviso anche dai commercianti, visto il costo ed i rischi connessi alla gestione del contante – bisogna abbassare le commissioni per imprese e consumatori, senza limitare il taglio ai soli micropagamenti sotto i cinque euro, attraverso gli incentivi e magari prevedendo di favorire i piccoli esercizi che si dotano delle tecnologie più innovative, come i Pos contactless.
Se invece l’obiettivo è aumentare la tracciabilità si dovrebbe piuttosto puntare sull’invio telematico dei corrispettivi, così come Confesercenti chiede da tempo.Ma occorre sempre tenere presente che, soprattutto in questa fase delicata, l’introduzione della tracciabilità totale non deve portare a nuovi aggravi per le imprese, in particolare per quelle più piccole, sia sotto il profilo degli adempimenti burocratici che degli oneri economici.