Ripartono i consumi, ma si riapre la forbice sociale. Per la prima volta dall’inizio della crisi, la quota di famiglie italiane che nell’ultimo anno ha aumentato la propria capacità di spesa è infatti superiore a quella delle famiglie che l’hanno invece ridotta (il 25,6% contro il 21,3%). Continua però a crescere, sfiorando ormai il 20% del totale, il numero di famiglie che non riesce a coprire tutte le spese con il proprio reddito: circa 5 milioni di famiglie hanno difficoltà a far tornare i conti e tra quelle di livello socio-economico basso la percentuale sale al 37,3%. E’ quanto rileva il rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Dallo studio emerge, in generale, il ritratto di una società a "bassa autopropulsione", che "non ritrova il gusto del rischio". Nella "Italia dello zero virgola", in cui le variazioni congiunturali degli indicatori economici sono ancora minime, dice il Censis, "continua a gonfiarsi la bolla del risparmio cautelativo" e "non si riaccende la propensione al rischio". Sul piano economico, l’ esigenza delle famiglia di utilizzare il risparmio, cresciuto negli anni della crisi, si lega strettamente alla richiesta di scongelare quote del proprio reddito aspirate dalla fiscalità. Il 55,3% degli italiani vuole infatti il taglio delle tasse, anche a costo di una riduzione dei servizi pubblici.
L’Italia ha il più ampio numero di giovani lavoratori autonomi tra i principali Paesi europei, quasi il doppio della Germania: lo rivela il Censis, secondo cui ai 941mila imprenditori italiani tra i 20 e i 34 anni, fanno riscontro i 528mila tedeschi e 849mila inglesi. Rispetto al 2009 i giovanissimi titolari d’impresa sono aumentati del 20,4% (circa 7.000 in più) e il 15% dei giovani tra i 16 e i 30 anni esprime l’intenzione di avviare una start up nei prossimi anni. Il settore più dinamico è quello della ristorazione e della ricettività, nel quale operano quasi 20mila titolari d’ impresa al di sotto dei 30 anni (il 9,8% del totale)
Il settore turistico ha registrato un costante incremento dei flussi anche negli anni della crisi. Dal 2000 il numero complessivo di arrivi nel territorio italiano è aumentato del 33,3% raggiungendo nel 2014 la cifra record di 106,7 milioni. L’incremento maggiore riguarda gli arrivi di stranieri: sono stati 51,7 milioni nell’ultimo anno (+47,2% tra il 2000 e il 2014) e pesano ormai per il 48,4% del totale. Ma anche i turisti italiani sono aumentati del 22,4% nel periodo: sono stati 55 milioni nell’ ultimo anno. La platea degli estimatori del nostro Paese è sempre più globalizzata. Dal 2010 a oggi sono i cinesi (+137,9%), i coreani (+70,8%), i russi (+56,6%) e i brasiliani (+31,4%) gli stranieri per i quali si registrano le più forti variazioni positive. In questo quadro emerge il "caso Roma": il Colosseo nel 2014 ha avuto 6,2 milioni di visitatori (erano 2,5 milioni nel 2000: +148%), i Musei Vaticani 5,8 milioni di visitatori (3 milioni nel 2000, +93%), Castel Sant’ Angelo un milione di visitatori (590.000 nel 2000, +69%).
Quindici milioni di italiani fanno acquisti su Internet
Il Censis stima in 15 milioni il numero di italiani che fa acquisti su internet, 2,7 milioni hanno comprato prodotti alimentari in rete negli ultimi dodici mesi e l’home banking è praticato dal 46,2% degli utenti del web. E il successo della sharing economy rende ancora più evidente i
nuovi stili di consumo. Nell’ ultimo anno il 4% degli italiani (circa 2 milioni) ha utilizzato il car sharing, ma tra i giovani la percentuale sale all’8,4%.