La discesa della disoccupazione è legata, almeno in parte, dal contestuale aumento dei cosiddetti inattivi, vale a dire persone che hanno smesso di cercare un lavoro. Le statistiche sull’occupazione vanno lette fino in fondo e una analisi non superficiale non può ignorare gli effetti positivi provocati da un dato, quello sugli inattivi, che invece dovrebbe far preoccupare perché segna senza dubbio un senso di sfiducia fra i cittadini. Così il Centro studi di Unimpresa commenta i dati Istat secondo cui la disoccupazione a ottobre si è attestata all’11,5% e gli inattivi sono cresciuti, in un anno, di 196.000 unità (+1,4%).
Preoccupa anche il dato diffuso dall’Istat sul Prodotto interno lordo. La crescita acquisita è pari allo 0,6% al terzo trimestre mentre la nuova stima per fine è anno è più bassa delle previsioni del governo: 0,8% contro 0,9%. Ne consegue qualche rischio sul versante della finanza pubblica: se non fosse centrato l’obiettivo, ci sarebbe bisogno di una correzione sui conti pari allo 0,1% cioè di circa 1,6 miliardi di euro.