“Se si fosse potuto intervenire con il fondo esistente di tutela dei depositi, cosa che era stata prevista e che è stata impedita dall’UE, certamente l’investimento per banche sarebbe stato minore e non ci sarebbe stato alcun onere per gli obbligazionisti, bisognava purtroppo obbligare l’Unione europea a prendere una posizione formale e non soltanto informale”
Luigi Abete, Pres FeBAF, Federazione Banche Assicurazioni e Finanza e pres Gruppo Bnl, spiega durante Focus Economia di Sebastiano Barisoni su Radio 24 come le altre banche hanno salvato i 4 istituti dal fallimento: “I 2.350 mil che sono stati emessi, sono il quadruplo del contributo al fondo di risoluzione previsto per il 2015 dalle normative europee, quello è un costo secco, non c’è nessuna garanzia, la garanzia interviene sulla parte implementativa del finanziamento che va oltre i 2350 mil e che ha consentito la liquidità necessaria per superare questa fase di passaggio. Nel migliore dei casi per le banche che hanno operato questo contributo, l’onere per il 2015 è 2350 mil, nel peggiore dei casi si aggiungerà un ulteriore onere nel 2016, questo è previsto dalla normative vigente, ma questo non per darsi i meriti, perché i meriti in queste condizioni sono difficilmente allocabili, quanto per dire che comunque il settore bancario ha dato un contributo importante per evitare che il processo di applicazione della normativa del bail-in diventasse talmente significativo da creare una quantità indistinta di soggetti colpiti.”