A una manciata di giorni dal Natale, tanti lavoratori della scuola assunti a tempo determinato continuano a non ricevere lo stipendio. In molti casi dal mese di settembre. Con il Ministero dell’Istruzione che continua a “scarica” la responsabilità sul Mef, che a sua antepone i soliti fantomatici problemi burocratici. Per il sindacato il tempo dell’attesa stavolta è davvero scaduto. L’enorme ritardo dei pagamenti non è più giustificabile. L’Anief, che ha già da tempo diffidato sia il Ministero dell’Economia sia l’Istituzione scolastica dove prestano servizio i precari senza stipendio, ha sinora ottenuto in risposta che "l’iter amministrativo è stata effettuato e che il mancato pagamento è dovuto alle mancate risorse economiche sui capitolati di spesa".
“Viene da chiedersi – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – se quanto sta accadendo, con ricadute negative sui precari, sia uno degli effetti diretti della cosiddetta ‘Buona scuola’. Fatto sta che i nostri legali hanno già predisposto centinaia di decreti ingiuntivi, soprattutto di docenti disperati e costretti a chiedere aiuto al fine di poter pagare le spese di sostentamento dei propri figli, di mutuo, di affitto, di pagamento di rette mensa e asilo nido. Abbiamo saputo di lavoratori della scuola che sono andati addirittura alla Caritas e questo è veramente indegno per un paese civile. Ancora di più se si pensa che è il loro datore di lavoro, lo Stato, che non ottempera ai suoi doveri”.
Ad attendere lo stipendio da tempo sono almeno 30mila supplenti, in prevalenza insegnanti. Tra di loro ci sono casi davvero difficili. A Biella, l’avvocato Giovanni Rinaldi depositerà a breve il primo decreto ingiuntivo di una docente che non è più in grado di garantire un pasto al proprio figlio: questa donna vive sola, con un figlio di quattro anni ed un affitto da pagare tutti i mesi, non solo quando riceve lo stipendio.
“A questo punto – continua Pacifico – intervenga immediatamente il Governo, il premier Matteo Renzi, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: cerchino di evitare, nel brevissimo tempo, un contenzioso già scontato nel suo esito. Perché questo modo di procedere è in palese violazione dell’articolo 36 della Costituzione”.
Anief, fissa come termine ultimo al MIUR per i pagamenti entro e non oltre il 20 dicembre. Da lunedì 21 dicembre, qualora la situazione non variasse, i tribunali d’Italia saranno investiti di questo ulteriore contenzioso. A tutto il personale interessato, qualora la questione non dovesse essere risolta entro il termine massimo sopra indicato, il sindacato fornirà istruzioni su come rivendicare gli stipendi tramite apposito decreto ingiuntivo da inviare al Giudice del lavoro. Per chi volesse avere ulteriori informazioni può scrivere sin da subito a stipendi.supplenti@anief.net