Sostegno, Istat: l’8,5% delle famiglie con alunni disabili costrette a presentare ricorso al Tribunale civile o al Tar

Cresce il numero di genitori che ricorrono per far aumentare il numero di ore settimanali di affiancamento dei docenti di sostegno ai loro figli disabili o con problemi di apprendimento: da un’analisi del report dell’Istat “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”, risulta che “l’8,5% delle famiglie di alunni con disabilità della scuola primaria e il 6,8% di quelle nella scuola secondaria di I grado hanno presentato ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per ottenere l’aumento delle ore. Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del Mezzogiorno la quota di famiglie che hanno fatto ricorso è molto più alta di quella delle regioni del Nord (nella primaria rispettivamente 13,4% e 4,5%; nella secondaria di I grado rispettivamente 10,2% e 4%)”.

È significativo “anche il fatto – continua l’Istat – che per il 16,5% degli alunni con disabilità delle scuole primarie e per l’11,6% di quelli delle scuole secondarie di primo grado, la scuola non è stata in grado di fornire una risposta alla domanda sull’effettuazione di un ricorso al TAR da parte della famiglia dell’alunno”. E si tratta di un dato preoccupante se si pensa che in un solo anno scolastico, riferisce sempre l’Istituto nazionale di valutazione riferendosi alla scuola primaria e secondaria di primo grado, gli alunni con disabilità certificata sono aumentati di quasi 4mila unità.

Il vero problema è che anche dopo la riforma della scuola, avvenuta lo scorso 16 luglio attraverso l’approdo in Gazzetta Ufficiale della Legge 107/2015, il quadro generale non è mutato: il Parlamento ha infatti proceduto all’immissione in ruolo di poco più di soli 6.446 nuovi docenti specializzati, “dimenticando” di assumerne altri 33mila, con il risultato che anche quest’anno scolastico ci ritroviamo con un docente di sostegno precario su quattro. Pure la riforma del sostegno non sembra portare nella direzione giusta, perché di tutto si parla, dal nuovo profilo di insegnante iper-specializzato in una patologia specifica al raddoppio della permanenza dei docenti di sostegno sull’insegnamento ai disabili, meno che del cuore del problema: la trasformazione di tutti gli attuali posti in deroga in organico di diritto e l’immediata assunzione dei 12.840 docenti già specializzati.

Tra l’altro, nei prossimi mesi potremmo assistere ad un’altra beffa: perché diverse migliaia di specializzandi, attraverso i corsi universitari, non potranno al concorso pubblico e tra qualche mese si potrebbero ritrovare in mano un titolo non più utilizzabile perché nel frattempo l’attuazione della delega governativa sul sostegno lo avrà giù superato. Intanto, solo poche ore fa il Miur ha ufficializzato l’insediamento dell’Osservatorio permanente per l’integrazione degli alunni con disabilità, ricostituito questa estate con un decreto del Ministro Stefania Giannini.

"L’Osservatorio è un organo che ci permette, da una parte di monitorare le situazioni degli istituti scolastici del Paese così da poter intervenire per eliminare quei residui di inclusione ipocrita che in alcuni casi permangono ancora oggi, dall’altra di raccogliere proposte e pareri per migliorare le condizioni di vita di questi ragazzi e delle loro famiglie. Proposte che verranno tenute in conto nella fase di stesura delle deleghe della legge Buona Scuola”, ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che ha aperto la riunione di insediamento.

“Si tratta di un’iniziativa apprezzabile – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – perché finalizzata a comprendere meglio le esigenze di un settore, quello del sostegno agli alunni disabili, che necessita di modifiche e accorgimenti strategici per essere migliorato. L’Anief coglie l’occasione per chiedere al sottosegretario Davide Faraone di essere convocata ai prossimi incontri dell’osservatorio, come fece alcuni anni fa l’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni. Il giovane sindacato porterebbe al tavolo delle parti sociali e del Miur le esperienze dei tanti ricorsi andati a buon fine al termine dell’a.s. 2014/15, avviati e vinti con l’iniziativa Sostegno: non un’ora di meno. Per non cadere più – conclude il presidente Anief – nei soliti errori che costringono le famiglie ad avere giustizia attraverso i tribunali”.