Mi chiamo Enzo e sono un ingegnere in pensione. La mia entrata mensile, nonostante i tanti anni di lavoro e di contributi, non è purtroppo affatto alta, ma è anche l’unico mezzo con cui io e mia moglie viviamo e siamo destinati a vivere ancora per tanto tempo.
Già, perché lei, mia moglie, ha perso il lavoro a 59 anni. E dopo un anno di sussidio di disoccupazione ha saputo che per la pensione dovrà ancora aspettare anni. Quanti? Non è chiaro. All’inizio ci hanno detto cinque, ora pare che siano sette.
Un tempo lunghissimo, troppo, senza alcun tipo di sussidio e dopo aver versato quasi 30 anni di contributi. Per il momento si va avanti con i risparmi di una vita. Ma non basteranno. Poi chissà.
Mia moglie è un’esodata. La sua assurda situazione è comune a quella di tante altre persone in Italia. Persone lasciate nel limbo da una legge passata alle cronache come "legge Fornero" e che va cambiata immediatamente.
Chiedo al Parlamento e al Governo di trovare finalmente una soluzione. Sono già passati tre anni da quel testo e siamo ancora sospesi. Se il pensionamento obbligatorio diventasse progressivo, spalmato negli anni, si eviterebbe questo lunghissimo ingiusto e incredibile salto temporale per cui gli esodati si sono trovati senza niente, né un lavoro né una pensione, in un’età in cui è quasi impossibile trovare una nuova occupazione.
Presidente Renzi, ministro Poletti: cosa aspettate? Mia moglie ha già sofferto abbastanza. Fate presto, prima che diventi troppo tardi.
Vincenzo Di Sarno