Telecom-Tim. Il lupo cambia pelo ma non vizio

“Il futuro firmato Telecom Italia”, recita una pubblicità costosissima (pagine intere di diversi media nazionali e non solo), firmata Tim. Pubblicità d’immagine, quella pagata coi soldi che questo gestore, ancora monopolista in larga misura, accumula dai servizi degli utenti e che vengono usati per comunicarci che cambiano nome ma sono gli stessi. Si’ proprio gli stessi. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Potremmo raccontarvi migliaia di storie di illeciti e truffe che ci vengono riferite ogni giorno e per le quali consigliamo e assistiamo chi si rivolge a noi, con percentuali di successo (per gli utenti) vicino al 100%. Storie di ordinaria follia, identiche a quelli di tutti gli altri operatori di telecomunicazioni che, con arroganza e maestosità della loro macchina organizzatrice, sono lo specchio dell’Italia diffusa del malaffare. Oggi ve ne raccontiamo una che è accaduta proprio a chi scrive questo lamento, sperando che si trasformi in ode del diritto, dell’onestà, del buon vivere ma, soprattutto, un allerta per chi c’è o si avvicina al mondo della comunicazione digitale. In verità me ne sono capitate già altre. Su cui alla fine -tenace- ho sempre avuto ragione. Ma questa è sintomatica e mi fa incazzare di più perchè coinvolge anche mia figlia di quasi 10 anni, iniziandola così, come le si insegna ad attraversare le strisce pedonali guardando a destra e sinistra nonostante i sensi unici, a comprendere in che Paese indecente e mafioso siamo nati, e perchè cercare di andar via è una scelta, al di là dei singoli affetti, meritosa. La storia. La bambina, quando non studia o gioca in altro modo, vede telefilm e film in tv, quasi sempre gli stessi e farciti di pubblicità. Il babbo le regala per Natale un collegamento Adsl in casa, sì da poter andare in Rete e scegliere uno dei tanti operatori che offrono servizi simili a pagamento, con cifre anche modeste. Tutti contenti. Negozio Tim e contratto con il massimo di qualità tecnica rispetto alla zona in cui abito (Rifredi-Statuto a Firenze) e di sola connessione; domanda: devo firmare? Non importa, lo farà successivamente. Costi di mercato. Operatore Tim. Tempo una settimana, arriva un tecnico, competente, installa il tutto e funziona come di dovere. Due giorni fa, sul mio telefonino, il cui numero avevo dato esclusivamente per la comunicazione dell’arrivo dell’installatore, mi arriva un messaggio: il tuo Tim Vision ti arriva entro domani, per informazioni chiama questo numero xxxx. Tim Vision? E chi l’ha mai chiesta questa scatola che aspira a fare concorrenza ad altri operatori d’intrattenimento via web? Provo a chiamare il numero, ma mi dice che è Infostrada (!!!), è occupato e di richiamare. Provo e riprovo, la risposta è sempre la stessa. Lascio perdere: sara’ un errore, ed è noto che, in barba alla legge sulla Privacy, i numeri che l’utente osa dare a qualcuno, entrano nel mercato nero illegale dei molestatori telefonici. Ieri sera torno a casa vero le 22 e il mio gentile vicino mi dice: è venuto diverse volte un postino dicendo che doveva consegnarle questo pacco (scatola Tim Vision), e visto che di giorno non ci sei mai, mi ha chiesto se poteva lasciarlo da me ed ho pensato di farti un favore, ed ho anche firmato. Spiego al vicino, che parla poco bene l’italiano, che è stato gentile ma che queste cose non si fanno mai perchè il mondo è pieno di disonesti che in questo modo ti rifilano le fregature, e che lui era stato inconsapevole strumento di una truffa. Il vicino -poveraccio- non sapeva più come scusarsi e ha maledetto il momento in cui ha pensato di farmi un favore, ma l’ho rassicurato che il problema non era la sua gentilezza ma la disonestà di Tim. Ora io dovrò usare il mio tempo in modo costoso ed indesiderato ed andare al negozio dove ho fatto il contratto, dove sicuramente mi si dira’ che loro sono solo agenti e che non c’entrano con le truffe di Tim (e hanno ragione), poi dovro’ attaccarmi ad un qualche telefono (dove ad ora continuano a dirmi che sono Infostrada e non Tim ed il numero e’ occupato e che devo richiamare) senza ottenere risultato. Poi dovro’ mandare una raccomandata A/R alla Tim minacciandoli che se non rispettano il contratto gli faro’ vedere i sorci verdi. Nel frattempo mi arrivera’ la bolletta con l’addebito del Tim Vision non richiesto, io la pagherò solo in parte e farò ricorso al Corecom (Commissione regionale sulle comunicazioni, ufficio territoriale dell’Agcom, Autorita’ delle Comuncazioni) e Tim mi minaccerà di tagliarmi tutto il servizio Adsl se non pago tutto, ma io farò presente loro (sempre tramite raccomandata A/R) che, avendo aperto una contestazione ufficiale contro il loro presunto abuso, non possono farlo (lo dice la legge) fino alla risoluzione della vicenda; forse se ne fregheranno e taglieranno lo stesso il servizio, io lo farò riattivare grazie ad un provvedimento d’urgenza del Corecom. Tra “tricchete e tracchete” almeno una quindicina di giorni starò senza servizio che poi sicuramente mi verrà riattivato, in attesa della decisione definitiva sul mio ricorso al Corecom. Dove Tim sosterrà che io invece Tim Vision lo avevo ordinato e, carta canta, dimostrerò che non è vero. Il Corecom mi darà ragione e Tim se ne andrà con la coda tra le gambe, avendo speso tanti soldi per i suoi difensori delle proprie menzogne e -soprattutto- dove nessuno mi rimborserà del mio tempo e del mio denaro per non dover accettare quello che non avevo ordinato (a meno che non faccio causa in tribunale…. ma lasciamo perdere…. mi vengono i brividi solo a pensare a tempi, costi ed avvocati e alle stanze del palazzo di Batman in viale Guidoni a Firenze). E io che avevo solo fatto un regalo a mia figlia di 10 anni per Natale, per non farle vedere i quintali di pubblicità dei pessimi e ripetitivi (fino alla paranoia) canali per ragazzi del digitale terrestre. Ora rileggo la pubblicità sui media di oggi: Telecom diventa Tim. E io sono uno che sa come fare valere i propri diritti, presto il mio volontariato all’Aduc… che gli racconto a mia figlia? Lo so bene, ed è roba talmente cattiva che mi vergogno anche a scriverla qui.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc