In risposta alla crisi ucraina cominciata alla fine del 2013, il Consiglio ha deciso, il 5 marzo 2014, di congelare i capitali e le risorse economiche delle persone identificate come responsabili dell’appropriazione indebita di fondi statali ucraini. Il sig. Mykola Yanovych Azarov e il sig. Sergej Arbuzov, che hanno occupato entrambi, in successione, la funzione di Primo ministro dell’Ucraina fino a febbraio 2014, nonché il figlio del sig. Azarov (Oleksii Mykolayovych Azarov) e due altri ucraini (il sig. Sergiy Klyuyev, fratello dell’ex capo dell’amministrazione presidenziale dell’Ucraina, e il sig. Edward Stavytskyi, ex ministro dell’Energia e dell’Industria del carbone dell’Ucraina) sono stati inseriti, per il periodo tra il 6 marzo 2014 e il 5 marzo 2015, nell’elenco delle persone interessate dal congelamento dei capitali in quanto sottoposti a indagini preliminari in Ucraina per reati connessi all’appropriazione indebita di fondi pubblici ucraini e al loro trasferimento illegale fuori dall’Ucraina. I cinque cittadini ucraini hanno adito il Tribunale dell’Unione europea per ottenere l’annullamento del loro inserimento sulla lista in questione. Con le sue sentenze odierne, il Tribunale accoglie il ricorso dei cinque ucraini e annulla il congelamento dei beni pronunciato nei loro confronti per il periodo tra il 6 marzo 2014 al 5 marzo 2015. Il Tribunale constata che, proprio come nella causa Portnov, il Consiglio ha identificato i cinque soggetti come responsabili di appropriazione indebita di fondi unicamente sulla base di una lettera del 3 marzo 2014 dell’ufficio del Procuratore generale dell’Ucraina, dalla quale risulta che indagini avviate nei confronti di tali persone hanno «consentito di accertare l’appropriazione indebita di fondi pubblici per importi considerevoli e il successivo trasferimento illegale al di fuori dell’Ucraina». Il Tribunale ritiene che tale lettera non fornisca alcuna precisazione sui fatti specificamente contestati ai cinque ucraini né sulle responsabilità di questi ultimi.
Da ciò il Tribunale giunge alla conclusione che il congelamento dei beni dei cinque soggetti di cui trattasi non rispetta i criteri di designazione e, quindi, annulla il medesimo per il periodo tra il 6 marzo 2014 e il 5 marzo 2015.