ANAAO SU RESPONSABILITà PROFESSIONALE

L’approvazione alla Camera dei Deputati del disegno di legge sulla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, medici in primis, è un’ottima notizia, commenta il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise. Innanzitutto, perché introduce una normativa di riferimento in un settore in cui il vuoto legislativo ha lasciato campo libero alla fantasia giurisprudenziale, spesso orientata a punire il medico fino alla individuazione di una responsabilità da contatto. E poi, perché, finalmente, viene previsto un profilo specifico del reato colposo in ambito sanitario che ne riconosce la peculiarità, legata alle finalità sociali dell’atto medico.

Bisogna dare atto all’on. Federico Gelli di essere stato capace di tirare fuori dai cassetti delle commissioni parlamentari, dove da tempo immemorabile giacevano sepolti diversi disegni di legge in merito, un testo che si è andato via via perfezionando, grazie alla capacità di ascolto e di interlocuzione con i professionisti, portandolo alla approvazione in un ramo del Parlamento. La svolta culturalmente importante è nella attribuzione del profilo di responsabilità per gli eventi avversi, comunque ineliminabili e non riducibili alla sola categoria dell’ errore umano e della colpa, a chi è responsabile della erogazione dei LEA, riducendo la eventualità della azione diretta nei confronti del medico, troppo spesso solo terminale di una catena di deficienze organizzative indipendenti dal suo controllo.

Nessuno si illuda però di fare una “rivoluzione di carta” e che la norma basti, da sé e da subito, ad arrestare il dilagare della medicina difensiva, a rendere immediatamente esigibili i fantastiliardi di cui con troppa superficialità si parla, a spingere le aziende sanitarie ad un investimento culturale e strutturale sulla sicurezza delle cure. E nemmeno che il fondo della alea possa vivere del solo contributo delle assicurazioni, visto che, a parere nostro, deve estendere il suo campo di intervento, a cominciare dalle autoassicurazioni fantasma.

Spiace l’atteggiamento di Cittadinanza attiva, che confonde il diritto dei cittadini ad un equo indennizzo con la caccia alle streghe, e quindi al medico, che ha, spesso, l’unico torto di metterci la faccia e di essere la pistola che altri hanno armato.

Rimangono alcune perplessità sul compito puramente formale assegnato ad una istituzione terza nei confronti delle linee guida, sul loro ruolo esimente, sulle procedure di rivalsa.

Speriamo, conclude Troise, che il Senato voglia proseguire lungo il percorso appena aperto verso il traguardo di un modello equo di responsabilità professionale. Che non basta per dare risposte esaustive ad un disagio della professione medica che riconosce molte determinanti né ad evitare lo sciopero di 48 ore del 17 e 18 marzo. Ma rappresenta un risultato importante, frutto di una lunga e difficile battaglia che ha visto impegnati i sindacati medici. Da cui si può ripartire con maggiore fiducia nella nostra forza e nelle nostre ragioni.