“Il concorso a cattedra rivolto al personale docente precario già abilitato si prospetta come il più confusionario della storia della scuola italiana”: ne è convinto Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, dopo aver preso visione dei bandi rivisti e corretti negli ultimi giorni prima della pubblicazione promessa a fine mese.
“Sono diversi i motivi che ci hanno indotto a produrre un giudizio negativo sui bandi del concorso, ormai pressoché pronto e da limare solo nei dettagli”, ha detto il presidente Anief. In linea generale, preoccupa molto l’accorpamento di un terzo delle classi concorsuali, perchè costringerà i candidati a preparazioni last minute su diverse discipline universitarie. E su questo ambito, rimane tutto da risolvere il rebus sulle competenze dei commissari non abilitati in quelle discipline appena venutesi a creare.
Anief dà poi per scontato, al di là delle dichiarazioni tranquillizzanti emesse dai rappresentanti del Governo e del Miur, che questa selezione non porterà i docenti a esser vincitori in cattedra già dal prossimo 1° settembre: per le commissioni d’esame, infatti, sarà impossibile realizzare le prove scritte (due per gli insegnanti tecnico pratici), il colloquio e formare le graduatorie dei vincitori in appena 150 giorni. Rimangono, poi, immotivate le esclusioni dal concorso dei giovani laureati, dei precari con 36 mesi di servizio e del personale già di ruolo: è una scelta che presuppone la volontà di mantenere in vita la “supplentite”.
Permangono, infine, le incognite sui criteri di individuazione dei posti. Sia quelli prescelti, sia quelli che verranno assegnati. Soprattutto, per quest’ultimi, dopo le modalità utilizzate per le fasi b) e c) del piano straordinario della Buona Scuola, attraverso un algoritmo ministeriale basato su un complicatissimo intreccio di fasi, fasce, precedenze e preferenze. Soprattutto, perché si andrà ad intrecciare con la messa a regime dell’organico potenziato e la mancata rilevazione sui posti al termine delle attività didattiche.
“Allo stesso modo – dice Pacifico – rimane in essere l’alta precarizzazione dei docenti. Dei tanti curricolari non abilitati, inseriti nelle graduatorie d’Istituto. Come di quelli di sostegno: quest’anno ne sono stati assunti oltre 40mila in deroga all’organico di diritto, costringendo decine di migliaia di alunni disabili a cambiare insegnante o vederselo assegnato in corso d’opera. E finchè quei posti non verranno assorbiti dall’organico di diritto, la situazione non si bloccherà”.
“Come non si comprende perché gli insegnanti della scuola dell’infanzia, che sono oltre la metà di quelli rimasti nelle GaE, continuino ad essere bistrattati: dopo essere stati addirittura dimenticati nella fase C del piano straordinario della Buona scuola, ora si prevedono appena 5mila assunzioni con questo concorso a cattedra. Eppure permangono per loro decine di migliaia di posti liberi. E non regge che le mancate assunzioni siano legate alla riforma del settore. Vale la pena tornare sul fatto che anche i rilievi mossi dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, diversi dei quali in linea con quelli dell’Anief, sono stati tutti elusi”.
“Attendiamo poi con vivo interesse le modalità di svolgimento delle prove concorsuali prescelte, che domani – giovedì 11 febbraio – il ministro dell’Istruzione dovrebbe annunciare, nel corso di un’audizione presso la commissione Cultura della Camera della Camera. Ricordiamo che Anief avverso il precedente bando, nel 2012/2013, aveva presentato dieci ricorsi collettivi al Tar Lazio, vincendoli tutti in tribunale. Anche stavolta – continua Pacifico – la battaglia legale appare inevitabile”.