Piano e Failla caduti di guerra

Fausto Piano e Salvatore Failla…i primi due "caduti" italiani nella "guerra di Libia" del 2016. Che siano dei civili sequestrati precedentemente poco importa : sono morti "in combattimento" non appena l’Italia ha manifestato la propria disponibilità interventista con la "concessione" agli Usa di Sigonella per i droni assassini e l’invio degli incursori del Col Moschin a fianco del cosiddetto "legittimo governo di Tobruk". I due tecnici, infatti, non hanno subito il tragico iter delle esecuzioni-spettacolo ma sono stati colpiti a morte in uno scontro di guerra tra jihadisti e miliziani dell’altro "governo" libico, quello di Tripoli. Chi abbia premuto il grilletto, tra le due fazioni, ha importanza relativa… quel che conta è il fatto che entrambe le parti in causa non amino affatto l’Italia e gli italiani, cosa che il nostro governo e i media del regime partitocratico tacciono colpevolmente ai cittadini. "Tripoli bel suol d’amore" fu il supporto canoro per invadere la Libia nel 1911, ma erano altri tempi… coloniali! Oggi appoggiamo, come scritto, un’altra fazione, Tobruk…quella che tutela gli interessi (economici) di Francia ed Egitto. Nazioni che, conseguentemente, ne ricambiano con truppe sul campo la sopravvivenza politica. Noi no, neppure la nostra zona di interesse,sappiamo difendere… infatti a Tripoli sono molto risentiti con Roma per questo motivo: "come, voi avete quasi tutti i pozzi di petrolio e gas nella nostra fascia territoriale ed appoggiate quelle carogne di Tobruk?". Questa la sintesi che ha portato alla morte i due innocenti tecnici della Bonatti (colpevole della loro mancata sicurezza). Sintesi davvero "sinteticissima", scrivo pure per quanti abbiano letto fin qui… perché è tutto ancor piú complicato di quanto esposto sopra: Tripoli e Tobruk, di fatto, rappresentano poco e niente… men che meno le città-stato di Bengasi, Misurata, Sabrata. Non contano nulla tra le tribù e i clan familiari che costituiscono il tessuto connettivo libico e che solo Gheddafi riusciva a tenere assieme, tuareg compresi. E, cosa piú importante di tutte, sono in feroce lotta con Derna e il Califfato dell’Isis che vuole soffiar loro il potere politico e militare ma, soprattutto, il vitale petrolio.
Insomma, un casino di proporzioni spaventose…pericolosissimo perché a solo un’ora da casa nostra: di aereo… e di missile (ancor meno). "Siamo pronti a fare la nostra parte",morti ed ostaggi non sono dimenticati… questo il messaggio di Renzi e del governo italiano. Come avevo a suo tempo previsto (assieme ad altri più qualificati osservatori) il folle azzardo dell’assassinio di Gheddafi per impadronirsi dei pozzi petroliferi da parte franco-inglese, oggi mi sento di anticipare che la "avventura" libica ci costerà tantissimo…da quelle parti e pure in Italia. È impensabile che i "terroristi" dello Stato Islamico si facciano ammazzare gratis da noi e dai nostri padroni americani… non oso immaginare cosa potrebbe accadere. Mah, vedremo solo a posteriori quale cazzata Renzi ha già iniziato a fare…

Vincenzo Mannello