L’Italia continua a crescere a ritmi lenti. Lo ha reso noto l’Istat, nella consueta nota mensile sull’andamento dell’economia, estendendo così al primo trimestre del 2016 l’attuale fase di "moderata crescita". La variazione congiunturale del Pil reale attesa per il primo trimestre è lievemente positiva (+0,1%), con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e +0,3. "Segnali positivi provengono – ha osservato l’Istituto – dal settore dei servizi e dalle costruzioni a fronte di una dinamica meno favorevole nell’ industria". All’incremento del Pil contribuirebbero "positivamente" i consumi privati, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta e dei consumi pubblici mentre la dinamica degli investimenti (al lordo delle scorte) risulterebbe sostanzialmente piatta. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,4%. Gli ultimi dati mostrano un miglioramento dell’occupazione, soprattutto quella a tempo indeterminato, favorita anche dai provvedimenti di sostegno alle assunzioni, mentre l’ inflazione si è riportata in territorio negativo.
Per le imprese italiane gli sgravi contributivi introdotti con la legge di stabilità hanno rappresentato uno stimolo ad assumere piu’ importante del contratto a tutele crescenti contenuto nel Jobs Act. E’ quanto rileva l’Istat. In particolare, si legge nella Nota mensile sull’andamento dell’ economia italiana, per la metà delle imprese manifatturiere che hanno dichiarato un aumento dell’occupazione tra gennaio e novembre 2015, gli esoneri contributivi hanno costituito un elemento rilevante. Anche il nuovo contratto a tutele crescenti sembra aver esercitato un ruolo positivo, sottolinea l’istituto di statistica, seppure con minore intensità nel periodo oggetto di indagine: tra le imprese della manifattura che hanno fatto ricorso a nuovo personale, esso e’ stato giudicato molto o abbastanza importante ai fini dell’assunzione dal 35% delle imprese, soprattutto nel settore dei mezzi di trasporto. L’ importanza delle agevolazioni Irap, per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato, appare meno determinante rispetto ai provvedimenti precedenti. Nel terziario, sostiene ancora l’Istat, il ruolo esercitato dagli esoneri contributivi sulle decisioni di nuove assunzioni appare piu’ incisivo: la quota delle imprese che hanno ritenuto tale novità normativa molto o abbastanza rilevante e’ pari al 61%, soprattutto nei settori della informazione e comunicazione e nel turismo. Anche il contratto a tutele crescenti sembra aver avuto nei servizi un rilievo maggiore rispetto alla manifattura. La quota di chi ha giudicato la normativa molto o abbastanza rilevante nella decisione di assumere e’ stata pari al 49,5%, soprattutto tra le aziende del settore informazione e comunicazione, contro il 40% delle imprese che hanno dichiarato una scarsa o nulla rilevanza.