“Esistono dei collegamenti tra queste persone che si muovono su paesi diversi sullo scenario europeo. Sono persone che sono collegate tra loro perché fanno parte talvolta di una famiglia di sangue unitaria, naturalmente mantengono i loro contatti dovunque si trovino. Contatti, connessioni, trasferimenti di notizie, ausili, non soltanto umani, ma possono essere anche ausili di carattere eversivo, cioè traffico di armi, di esplosivi e possiamo quantomeno ipotizzarlo.” Cosi Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma in un’intervista a Storiacce di Raffaella Calandra su Radio 24 rispetto alla presenza di cellule interconnesse tra loro in Europa. E prosegue: “Altri gruppi li abbiamo individuati come indagine della procura di Roma, però la situazione italiana non è certamente uguale a quella di altri paesi europei” Rispetto all’Italia, simbolo di Cristianità, il procuratore aggiunto Capaldo spiega ai microfoni di Radio 24: “Ovviamente ha un valore simbolico molto forte, tutti questi elementi possono farci dire che dobbiamo guardare con estrema attenzione al nostro futuro e a tutti i provvedimenti e a tutta l’attività e a tutto l’impegno che dobbiamo mettere per contrastare il fenomeno terroristico nel suo insieme”.
Rispetto all’indagine per approfondire i dati sulla presenza nel nostro territorio dell’ex super-ricercato per le stragi di Parigi Abselman Salah, la giornalista di Radio 24 Raffaella Calandra chiede se il suo passaggio in Italia ci permetta di dire che potesse contare su un possibile appoggio logistico e il procuratore aggiunto risponde: “Le indagini sviluppate in Italia non ci consentono di parlare di basi logistiche in Italia del gruppo che ha colpito Parigi nel novembre scorso. Naturalmente l’Italia è un punto di passaggio, e non si può escludere che ci sia qualche riferimento anche del tutto episodico e non strutturato di cui Salah e altri personaggi, che fanno parte di questi gruppi che hanno svolto delle azioni in Europa, abbiamo usufruito”.