I dati diffusi dall’Istat sul pil pro capite non fanno che confermare il gap esistente tra Nord e Sud. Il risultato fotografato per il 2014, con il risultato più basso a livello nazionale degli ultimi 10 anni e la distanza tra l’andamento del Mezzogiorno e quello delle regioni del Nord, è infatti in linea, in senso peggiorativo, con i dati del periodo 2007-2014.
“Il pil pro capite nelle regioni meridionali – sottolinea l’Ufficio economico della Confesercenti – si è ridotto nei sette anni di quasi il 14%, mentre quello del Nord dell’11%. Quindi se nel 2007 il prodotto medio per abitante al Sud era il 57% di quello di un abitante del Nord, nel 2014 è diventato il 55% circa. Sale infatti di molto nel periodo anche l’incidenza della povertà relativa (percentuale delle famiglie con spesa pari o al di sotto della soglia di povertà relativa) nel Mezzogiorno: era il 18,6% nel 2007, diventa il 21,1% nel 2014 (+2,5 punti), mentre la media italiana passa da 9,9 a 10,3″.
“Queste percentuali – conclude – delineano con evidenza lo stato di difficoltà in cui si trova il Sud d’Italia, amplificato da una lunga e drammatica crisi economica e da una ripresa che stenta a prendere forza. Di fronte a questo quadro è sempre più urgente mettere in campo misure capaci di rimuovere gli ostacoli al rilancio delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, a partire dall’accesso al credito che al Sud è ancora più difficile che altrove”.