A febbraio disagio sociale in calo

Il Mic di febbraio 2016 si è attestato su un valore stimato di 19,1 punti, in discesa di sei decimi di punto rispetto a gennaio. Il deciso ridimensionamento, che riporta il MIC sui valori di settembre 2015, è imputabile esclusivamente alla frenata rilevata per i prezzi dei beni ad alta frequenza d’acquisto. Il quadro congiunturale continua, infatti, ad essere caratterizzato da segnali discontinui che, pur in un contesto di moderato miglioramento dell’attività economica, non favoriscono una reale ripresa dei livelli occupazionali e reddituali delle famiglie. Il mercato del lavoro continua a mostrare una scarsa dinamicità, limitando non solo le possibilità di riassorbimento dei disoccupati ufficiali, ma soprattutto di quella fascia di persone che, pur disposte a lavorare, si tengono ai margini del mercato valutando esigue le opportunità di trovare un’occupazione soddisfacente. A febbraio il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato all’11,7%, in aumento di un decimo di punto rispetto a gennaio e in diminuzione di cinque decimi su base annua. Il numero di disoccupati è aumentato di 7mila unità rispetto al mese precedente e si è ridotto di 136mila unità nei confronti di febbraio 2015. Il numero di occupati è diminuito di 97mila unità rispetto al mese precedente e aumentato di 96mila nei confronti dello stesso mese del 2015. Nel mese di febbraio, per il secondo mese consecutivo, le ore di CIG autorizzate sono aumentate dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2015. Questa tendenza è imputabile sia alla componente straordinaria che a quella in deroga. Sulla base di questa stima si è calcolato che le ore di CIG utilizzate – destagionalizzate e ricondotte a ULA – siano rimaste invariate su base mensile e aumentate di 8mila unità su base annua. Anche a febbraio il numero di scoraggiati stimato in contenuto aumento. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato un aumento del tasso di disoccupazione esteso al 15,6%. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono diminuiti dello 0,8% (0,1% a gennaio).