. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero nel mese di febbraio 2016 dalla quale si evidenzia che la crescita maggiore per l’agroalimentare Made in Italy si ha all’interno dell’Unione Europea.
I 2/3 del fatturato agroalimentare all’estero si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – va forte a tavola anche fuori dai confini europei a partire dagli Usa che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario mentre prosegue il calo in Russia per gli effetti dell’embargo deciso nei confronti di formaggi, carne, salumi e ortofrutta.
“L’agroalimentare svolge un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo certamente per le condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense ma anche perché l’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici”.
L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare – conclude Coldiretti – da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.