Dopo aver clamorosamente fallito la manifesta intenzione di eliminare la “supplentite” dei docenti nelle scuole pubbliche, il Governo ora rischia di fare peggio mettendo in dubbio prima la futura esistenza delle Graduatorie ad esaurimento e poi continuando a tenere ingabbiati, senza possibilità di essere assunti in ruolo, i docenti precari abilitati inseriti nelle Graduatorie d’Istituto.
La stampa specializzata ha riportato che per l’anno scolastico in corso, anche dopo le 86mila assunzioni attuate con il piano straordinario della Legge107/15, sono stati stipulati ben 115.823 contratti di supplenza annuale. “Di questi – scrive Orizzonte Scuola – il maggior numero di supplenze va ai posti comuni: 72.851 su posto comune e 42.972 su posto di sostegno. I supplenti sono in maggior numero nella secondaria di II grado, con 35.880 posti, mentre al primo grado sono 21.861. Molto limitati i supplenti dell’Infanzia, mentre per il sostegno è la Primaria ad avere il primato, seguita dalla scuola Secondaria di I grado. Non è dato sapere, al momento, quanti di questi posti sono disponibili per le assunzioni. La questione è stata sollevata ieri in Parlamento dal Movimento 5 stelle, ma ad oggi non si ha avuto una risposta da parte del Governo”.
A fronte di questi dati sconfortanti sulla consistenza del precariato scolastico, Anief rammenta che i due terzi dei quasi 116mila supplenti annuali quest’anno sono stati chiamati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto: tutti questi supplenti continueranno a essere sfruttati dallo Stato. Ma in tanti porteranno in giudizio tale “datore di lavoro”, attraverso le cause risarcitorie davanti il giudice: sono quelli che si sono stancanti di essere considerati dei dipendenti fantasmi, anch’essi come il personale Ata, che sempre questo lungimirante Governo pensa di sostituire con la digitalizzazione delle segreterie e il personale in esubero delle province, che ha bloccato anche il turn over, e che dallo scorso settembre sostituisce solo dopo otto giorni di assenza.
In principio, qualche mese prima della pronuncia della sentenza della Corte di Giustizia Europea, il 3 settembre 2014, il Governo – con la prima versione della Buona Scuola – aveva previsto un piano straordinario di 150 mila assunzioni proprio in considerazione del fatto che la maggior parte dei posti affidati in supplenza al termine delle attività didattiche (30 giugno), in verità corrispondono a cattedre vacanti senza titolare, caso tanto più evidente per il sostegno.
Ma ancora non è finita. Il 23 dicembre 2014, i numeri sui posti liberi furono ufficialmente confermati attraverso la relazione allegata alla Legge di Stabilità 2015. Poi, però, arrivò il cambio di rotta: la paura di migliaia di cause risarcitorie ha infatti impedito l’operazione verità sull’organico di fatto: solo pochi mesi dopo, il 7 aprile 2015, si è infatti ridotto di un terzo il numero degli assunti – diventati così 100mila – e la metà, li si è fatti transitare nell’istituendo organico dell’autonomia, attraverso il cosiddetto “potenziamento” scolastico, lasciando inalterati quei 116 mila posti che ancora oggi sono andati in supplenza al netto delle mensilità estive.
“Però qui sta il bello – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – perché se il docente precario dimostra al giudice che non sostituisce alcun collega, come vorrebbe far credere l’amministrazione scolastica, allora va applicata la normativa europea che stoppa l’abuso di precariato: dopo 36 mesi di servizio svolto, anche non continuativo, il docente può infatti legittimamente chiedere il debito risarcimento, oltre alle mensilità estive e agli scatti di anzianità. Ecco perché la Buona Scuola del Governo Renzi non ha risolto niente”.
“In questa situazione, con quasi 116mila supplenze annuali, di cui la maggior parte su posti vacanti, considerando anche quelli che si andranno a liberare per via dei pensionamenti, è evidente che le Graduatorie ad esaurimento vanno mantenute in vita. Anche perché la proroga dell’aggiornamento al 2019 non le farà mai esaurire. Senza dimenticare che il Parlamento ha confermato, con la stessa Buona Scuola, la piena titolarità delle GaE”, conclude Pacifico.
La stessa Legge 107/2015, alla lettera c) del comma 109, ha previsto che “per l’assunzione del personale docente ed educativo, continua ad applicarsi l’articolo 399, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, fino a totale scorrimento delle relative graduatorie ad esaurimento; i soggetti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente sono assunti, ai sensi delle ordinarie facoltà assunzionali, nei ruoli di cui al comma 66, sono destinatari della proposta di incarico di cui ai commi da 79 a 82 ed esprimono, secondo l’ordine delle rispettive graduatorie, la preferenza per l’ambito territoriale di assunzione, ricompreso fra quelli della provincia in cui sono iscritti”.
Per aderire ai ricorsi per la stabilizzazione del personale che ha svolto oltre 36 mesi di supplenze, per il recupero degli scatti di anzianità, delle ferie non godute e molti altri diritti negati dall’amministrazione cliccare qui.
Anief, infine, ricorda che a preoccupare non poco è anche la situazione dei docenti di sostegno, tutt’altro che sanato dalla riforma. Anche quest’anno quasi decine di migliaia di posti sono stati coperti da supplenti, pur in presenza di oltre 12mila docenti specializzati con i corsi Tfa e di scienze della formazione primaria, lasciati a stagnare nelle graduatorie d’Istituto. Per mantenere il rapporto 1 docente ogni 2 studenti, come ribadito dalla sentenza della Consulta n. 80/2010, annullando i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, sarebbe bastato andare oltre i limiti imposti dalla Legge 128/2013, approvata durante il Governo Letta. Quella norma, infatti ha previsto un massimo di assunzioni pari a 90mila docenti, ma si rifà ad un contingente di iscritti disabili risalente al 2006. Nel frattempo, però, gli alunni che necessitano del docente a supporto sono passati da 180mila a 240mila.
Per questi motivi, anche quest’anno Anief ha chiesto e continua a chiedere posti in deroga. E ha confermato l’iniziativa Anief “Sostegno: non un’ora di meno” chiedendo le istruzioni operative per la corretta attribuzione delle ore di sostegno. Con tantissime famiglie, ma anche operatori scolastici e docenti, che hanno scritto a sostegno@anief.net per segnalare i casi di alunni disabili ai quali è stata negata il numero di ore di assistenza adeguata.