L’Italia va meglio, ma la strada è ancora lunga

Il Fondo monetario internazionale ritocca leggermente al rialzo le stime di crescita dell’Italia: per il 2016 il Pil è visto crescere dell’1,1%, lo 0,1% di più di quanto calcolato dall’istituto di Washington lo scorso aprile nel suo World Economic Outlook. Per il 2017 la stima è per un’espansione dell’economia dell’1,25% circa, anche in questo caso un pochino meglio delle previsioni fatte in primavera e pari a un +1,1%. È quanto emerge dal commento conclusivo dello staff del Fondo al termine della sua missione in Italia, dove ha condotto un’analisi annuale come parte delle cosiddette consultazioni Articolo IV. "È probabile che la ripresa si rafforzerà nei prossimi anni, pur rimanendo modesta. Sullo sfondo di rigidità strutturali e di una domanda contenuta, si prevede una crescita dell’1,1 per cento quest’anno e di circa l’1,25 per cento nel 2017-18 (nel quadro programmatico). I rischi sono orientati al ribasso, legati tra l’altro alla volatilità dei mercati finanziari, al rischio Brexit, all’emergenza immigrazione ed ai venti contrari generati dal rallentamento delle attività commerciali a livello mondiale". Gli esperti dell’istituto guidato da Christine Lagarde fanno notare che "questo percorso di crescita implicherebbe un ritorno a livelli di produzione pre-crisi (2007) solo verso la metà degli anni 2020, con un ampliamento del divario di reddito tra l’Italia e la media della zona euro a più rapida crescita. Inoltre, la crescita nominale potrebbe essere troppo debole per risolvere stabilmente le fragilità finanziarie ed i bilanci potrebbero continuare a costituire una fonte di vulnerabilità, poiché il loro risanamento richiederebbe un periodo prolungato. Nell’ambito di un’unione economica e monetaria incompleta, l’Italia rimarrebbe esposta a rischi".